La nostra storia con i rifugiati

Pubblicato il 17-07-2012

di Redazione Sermig

20 giugno, Giornata mondiale del Rifugiato (nelle foto la manifestazione di Torino), un’occasione per parlare dei rifugiati e dei richiedenti asilo, dei loro problemi e del loro futuro. Abbiamo pensato di raccontare un pezzo della nostra storia con loro all’Arsenale della Pace, per dare conto di una presenza che ci interpella tutti.

Dal 1988 con l’apertura delle prime accoglienze, la Fraternità con l’aiuto di tanti volontari ha iniziato ad ospitare madri sole con i loro bambini, carcerati, ragazze vittime di violenza, italiani e stranieri senza casa, giovani in cerca del senso della loro vita, famiglie in situazioni complesse, e anche uomini e donne in fuga dai loro Paesi a motivo della guerra o perseguitati per le loro idee politiche, il loro credo religioso. Con il passare degli anni il numero di “richiedenti asilo politico” che ha bussato alle porte dell’Arsenale della Pace è aumentato in modo esponenziale. Si è sempre cercato di dare risposte non preconfezionate ma a misura di ciascuno, considerando l’altro che ci avvicina mai un caso o un problema ma una persona, come noi.

Nel 2002 il Sermig ha iniziato a partecipare al Tavolo di coordinamento sull’Asilo politico promosso dal Comune di Torino, mettendo in rete il proprio servizio e costruendo collaborazioni con tutti quegli enti, associazioni del pubblico e del privato che si occupano di Rifugio Politico. Nel 2006 il progetto di accoglienza residenziale e di accompagnamento per 5 donne richiedenti asilo politico e rifugiate si è inserito nell’ambito degli interventi previsti nell’ambito dello SPRAR.
Dal 2007 il Sermig, attraverso il “Progetto Accordo Maroni”, in collaborazione con l’Ufficio Stranieri del Comune di Torino ha destinato 20 posti di pronta accoglienza serale-notturna per un periodo continuativo di 6 mesi a uomini richiedenti asilo e/o rifugiati che sono in attesa di entrare nello SPRAR o in altri progetti.

Ad Aprile 2011 raccogliendo l’invito che il Vescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia ha rivolto alla Chiesa di Torino a mobilitarsi per far fronte all’emergenza legata all’arrivo in Italia di migliaia di profughi provenienti da Libia e Tunisia, la Fraternità del Sermig ha “fatto spazio tra le mura” dell’Arsenale della Pace, accanto alle accoglienze ordinarie, ad altri 50 uomini.

Una disponibilità resa possibile, come sempre, dalla somma di tante buone volontà. Per primi, gli oltre 200 bambini e ragazzi del quartiere che frequentano abitualmente l’Arsenale, hanno accettato di collaborare all’accoglienza di questi giovani, di poco più grandi di loro, mettendo a loro disposizione i locali che utilizzavano per le proprie attività di doposcuola, teatro, canto, attività ricreative e socializzanti, e si sono trasferiti in un’altra zona dell’Arsenale. Il concetto di solidarietà passa nel cuore e nella mente anche attraverso la condivisione concreta.
Accanto alle accoglienze residenziali e notturne di uomini e donne in difficoltà, italiani e stranieri, sono 4 i percorsi che il Sermig ha attivato per l’accoglienza di uomini e donne richiedenti asilo/rifugiati. Complessivamente, ogni giorno il numero di richiedenti asilo/rifugiati ospitati al Sermig varia da un minimo di 75 persone ad un massimo di 95.

Negli anni all’Arsenale della Pace di Torino
sono stati ospitati complessivamente 2.759 richiedenti asilo/rifugiati
di cui 732 donne, 62 bambini e 1.965 uomini,
provenienti dai seguenti Paesi:

Camerun, Tunisia, Libia, Nigeria, Somalia, Costa d’Avorio, Sudan, Ghana,  R.D. Congo, Congo Brazaville, Turchia, Etiopia, Eritrea, Afghanistan, Liberia,  Sierra Leone, Pakistan, Iraq, Mali, Iran, Marocco, Bosnia, Kosovo, Angola, Palestina,  Serbia, Kurdistan, Rwanda, Niger, Azerbajan, Armenia, Senegal, Burundi, Togo,  Benin, Algeria, Giordania, Guinea, Kirghistan, Ciad, Burkina Faso.

Le accoglienze al Sermig sono rese possibili dalla condivisione gratuita di oltre 180 volontari che alternandosi giorno e notte, 365 giorni all’anno, rendono casa le mura dell’Arsenale, affiancando uomini e donne soli e mamme con bambini nel loro percorso.

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