La casa e il sole

Pubblicato il 25-09-2015

di Marco Grossetti

Prendere il cuore, togliere la colla, metterci l'amore
DETTAGLI
I bimbi di Baia Mare fanno lo stesso disegno dei bambini di tutto il mondo: ci sono sempre una casa grande grande e un sole giallo giallo. Tutto il resto, i fiori colorati, le nuvole di panna, l'erba verde militare, le persone che non sembrano persone e gli alberi con un cappello di foglie sono dettagli. La casa è il rifugio sicuro dove qualsiasi cosa succeda fuori, ci sono una porta sempre aperta, un fuoco sempre acceso, un frigo sempre pieno e soprattutto una mano più grande sempre pronta a stringere la tua piccina, piccina e dirti che andrà tutto bene. Quando chiudono gli occhi i bambini di questa città nel nord della Romania, sognano tutto questo, anche se sono circondati da porte sbarrate, fuochi accesi nelle strade che combattono contro il freddo senza riuscire mai a vincere, frigoriferi tutti scassati vuoti come le loro pance e mani più grandi delle loro da cui hanno imparato che è meglio stare lontano. Allora disegnano tutto quello che non hanno e lo colorano senza lasciare neanche uno spazio bianco, come se ogni piccolo tratto di colore sopra il foglio che hanno davanti avesse il potere di cambiare la tristezza che hanno attorno. Il sole ha sempre raggi lunghissimi che arrivano dappertutto, portando la luce dove altrimenti sarebbe tutto buio, il caldo dove se no farebbe così freddo che tutti dovrebbero avere sempre la giacca con in tasca almeno un sacchetto di colla di riserva, perché quando fa freddo fuori si sente di più anche il vuoto che c'è dentro.

COLLA
La colla che annusano, mangiano, respirano, divorano, è l'unico modo che hanno di rimanere attaccati a quella casa e a quel sole che scompare dai loro disegni e dal loro cuore, quando la vita diventa una lotta per la sopravvivenza contro la fame, il gelo, la violenza, l'abbandono. Da soli, perché i loro papà e le loro mamme erano bambini come loro che non sono riusciti a diventare uomini e donne in grado di prendersi cura dei figli che hanno messo al mondo. Ogni giorno si svegliano e devono trovare il modo di riempire la pancia, facendo l'elemosina per strada, mettendo in vendita il proprio corpo, diventando cattivi per rubare una moneta per comprarsi un panino. Allora non hanno più tempo per disegnare nessuna casa e nessun sole. Anche quelli diventano un dettaglio, come le nuvole di panna, l'erba verde militare, gli alberi con il cappello di foglie. La colla è la loro casa e il loro sole, la loro protezione e il loro rifugio, la pozione magica non gli fa vedere il buio e sentire il freddo, regalandogli la stessa pace della mano più grande che non ha mai stretto la loro piccina piccina, per dirgli che sarebbe andato tutto bene. Bastano 50 centesimi: il buio diventa luce, il freddo diventa caldo, il cuore diventa pieno.

DENTRO
Gabriela è una giovane donna che attraverso quei disegni ha capito che dietro quelle facce spaventate, cattive, sporche, arrabbiate, c'erano dei bambini come tutti gli altri.  È capitata in mezzo alla tristezza e avrebbe avuto un elenco lungo quanto il mondo di scuse e di buoni motivi per tornare dove i bambini la colla la usano semplicemente per attaccare ritagli di carta sopra altra carta. Invece il suo cuore le ha detto esattamente il contrario. Dice che quando senti dentro che puoi fare qualcosa, non puoi fare finta di niente e fingere di essere cieca. Semplicemente inizi. Da quello che senti dentro. E ogni volta che anche a te sembra di vedere scomparire la casa e il sole, ti aggrappi a questo. Quello che senti dentro, quello che il tuo cuore di ordina di fare. Lei ha fatto così. La sua prima notte a Baia Mare, l'ha passata in una stanza tutta sporca in una catapecchia malandata, lenzuola e cuscino no, topi forse, voglia di cambiare le cose tanta, il desiderio di rimanere che iniziava a sentire dentro diventato l'unica sicurezza. La sua stanza era la suite di lusso riservata dai ragazzi di strada agli ospiti più importanti, perché a Baia Mare avere un tetto sulla testa e un letto sopra cui riposare è il privilegio dei più fortunati: le stelle riempiono il cielo senza mai scendere sulla terra, sopra i tetti degli alberghi non ne è arrivata neanche una, rimangono tutte lassù a proteggere i bambini e i ragazzi che dormono per strada, coccole e favole della buonanotte no, coperta forse, tristezza e paura tanta, sacchetto di colla da mettere sotto la testa per avere un cuscino e perché nessuno ti rubi la colazione del giorno dopo, l'unica sicurezza.

DOMANI
Da quando Baia Mare è diventata la sua casa, questi bimbi sono diventati la sua vita: Gabriela passa le sue giornate in un campo rom, dove i primi bambini che la vedono corrono baracca per baracca a chiamare tutti gli altri e prima ancora di dirle ciao, le chiedono se verrà anche il giorno dopo con quel furgone carico di giochi, colori, fogli sopra cui disegnare la casa e il sole che non hanno. Soprattutto pieno dei loro nuovi amici. Sono tutte le persone che hanno sentito dentro lo stesso ordine nel cuore ricevuto da Gabriela: un prete che da tanti anni si è fermato a Baia Mare in compagnia di Dio per fare sentire a tutti quei bambini che anche loro erano figli di Qualcuno, giovani che arrivano da altre parti della Romania e dall'Italia per rimettere la colla al suo posto dentro astucci e portapenne, persone normali che dedicano gratuitamente a questi bambini una settimana, un mese, un anno, diventando la mano grande e forte che i più piccoli possono stringere per sapere che andrà tutto bene. Allora possono occuparsi di nuovo dei dettagli: decidere quante nuvole di panna mettere nel cielo, con quale forma disegnare il cappello di foglie che sta sopra l'albero, riflettere sul numero di colori da usare per i fiori e su quanto alta fare l'erba verde militare.

PROMESSA
Ogni volta che il furgone arriva al campo rom è una grande festa: un poco alla volta i bambini iniziano a svuotare il cuore di colla ed a riempirlo con l'amicizia, l'affetto, l'amore di tutte le persone che sono arrivate per loro. Dimenticano il sacchetto per terra da qualche parte e chiedono di poter giocare, scrivere, disegnare, lavorare. Ogni 5 minuti ripetono: ma venite anche domani? La sera succede uguale, quando Gabriela mette i giochi a riposare, carica il furgone di cibo per andare alla stazione dai ragazzi di strada e la cena diventa solo una scusa per stare insieme. Allora domani diventa un giorno nuovo di amici che arriveranno, dove il desiderio di essere nuovi, puliti, diversi, prova a diventare più buono e più forte di quel piccolo sacchetto di colla che hanno appena finito di usare come cuscino. Gabriela, il suo furgone e i suoi amici, i bambini non li disegnano mai, perché ci sono davvero, non hanno bisogno di passare attraverso un foglio per diventare veri. Ancora prima che loro potessero pensare se ci sarebbero stati anche il giorno dopo, i bambini del campo rom e i ragazzi di strada avevano già deciso di sì al loro posto, supplicandoli di rimanere fedeli alla promessa che non avevano mai fatto, di continuare a mettere in pratica la formula magica per mandare via tutta la tristezza: prendere il cuore, togliere la colla, metterci l'amore.

CUORE
Gabriela dice che se Gesù fosse qui adesso, verrebbe subito a stare a Baia Mare e ci starebbe anche meravigliosamente bene, perché Lui era povero e indifeso proprio come loro, che se mangiano o rimangono con la pancia vuota, se sono tristi oppure felici, se vivono oppure muoiono, tanto non lo sa nessuno. Gabriela Lucaci è una suora della Congregazione di San Vincenzo de Paoli, il prete buono e forte che è qui da quasi 20 anni, Padre Albano Allocco, invece è un padre somasco. Sono la Presenza di una Chiesa unita a servizio dei più deboli, dei più piccoli, dei più fragili, dei più indifesi. Vivono, mangiano, dormono, piangono, ridono con loro, aiutati dai giovani e dai volontari che hanno ricevuto lo stesso comando dal cuore e hanno deciso di rimanere insieme, con il sogno di formare una Fraternità, per riuscire a diventare quello che da soli sarebbe stato impossibile essere: una casa con tante porte da cui entrare per essere protetti e mille finestre per guardare fuori senza avere paura, un sole con raggi che riescono a raggiungere ogni angolo del cuore, per guarire anche le ferite che fanno più male. Attorno a loro ci sono i ragazzi di strada e i bambini nei campi rom che non fanno altro che aspettare domani quando loro arriveranno. Dentro, la volontà di fare diventare la casa sempre più grande e il sole sempre più caldo. Non è un dettaglio. È l'ordine che arriva del cuore.

di Marco Grossetti

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