Oggi al Sabato del Villaggio Globale

Pubblicato il 04-10-2017

di Rinaldo Canalis

Missione, i piccoli possono fare cose grandi.

Il 30 settembre del 1897, a 25 anni, moriva a Lisiaux Thérèse Françoise Marie Martin, meglio conosciuta come Santa Teresa del Bambin Gesù. La Chiesa l’ha nominata patrona dei missionari. Cosa c’entra questo avvenimento con le vicende del Sabato del VillaggioGlobale in quel di Cumiana?
Vediamo, (seguono una serie di flash).

Oggi è arrivata in Camerun una delegazione di imprenditori italiani “catalizzati” dal progetto “Aldo for Camerun” di Bolivie Wakam Toudi, studente al politecnico di Savona, per lo sviluppo dell’uso del fotovoltaico in quel Paese.

Giovedì parte, sempre per il Camerun, Silvano, per dare il suo contributo allo sviluppo agricolo di Beni Kouontchoucharles Cargan.

Martedì arrivano da una ricognizione rendicontativa in Mozambico Lorenzo e Michela presso le missioni dei gesuiti nella parte del profondo nord al confine col Malawi.

È ad Abidjan, Coulibaly Ladji, detto Paolo, per una visita alla madre dopo 17 anni di lontananza. Al ritorno avrà un contratto a tempo indeterminato presso “Rigeneration” (Vinovo) per il riciclaggio degli elettrodomestici.

È venuto a trovarci un imprenditore italiano che lavora ad Abidjan per capire se è possibile implementare l’attività di rigenerazione di elettrodomestici, per dare opportunità di lavoro in quella metropoli che ha 8 milioni di abitanti.

Venerdì è venuto a trovarci mons. Osman Thomas dell’Eritrea con cui siamo intimamente e spiritualmente legati. In particolar modo con gli amici di None.

Tutti questi avvenimenti sono profondamente inseriti nel cammino della Re.Te. (Restituzione Tecnologica), tutti sono intimamente legati all’esperienza del VillaggioGlobale con incontri, frequentazioni, sperimentazioni, con il “sudore” condiviso nella precarietà, senza finanziamenti e strutture.
Per ognuno di questi avvenimenti ci sono storie che partono da incontri all’Arsenale di piazza Borgo Dora. Storie di poveri che hanno bussato di persona a quella porta dell’Arsenale della Pace, che sono cresciute fino a diventare alberi frondosi per l’approdo di tanti altri.

La mia Africa – pardon! “la nostra Africa” – non suona più come qualcosa di commiserevolmente lontano, come il luogo dei leoni e dei poverini che muoiono di fame. Per noi l’Africa è fatta di persone incontrate sulla strada della vita, una strada sempre più lunga che stiamo percorrendo insieme.

Oggi, le foto del VillaggioGlobale apparentemente ci fanno vedere poco di Africa. Eppure, ogni scatto ha a che fare con i sogni lì “coltivati”. Proprio come Teresa di Lisieaux, mai uscita dalla Francia, eppure patrona delle missioni.

Ci sentiamo affascinati e commossi, profondamente inseriti in un disegno trascendente e ci sembra proprio di poter dire che i piccoli possano fare cose grandi tracciando una strada diversa nello sviluppo e nella mondialità.

Rinaldo Canalis

 

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