Dobbiamo volerci bene

Pubblicato il 17-03-2017

di Marco Grossetti

di Marco Grossetti - A due passi del cuore, grande come un castello, c’è un luogo dove si fabbrica l’Amicizia, chiamato Felicizia. L’hanno scoperto i bambini, nascosto dietro un mucchio di muri e reticolati che i grandi avevano messo perché non giocassero tra loro. Hanno lavorato tanto per liberarlo e adesso ci abitano tutti insieme. A Felicizia, come in tutti gli altri posti del mondo, il male esiste e sta a fianco del bene. Per fare vincere la pace, i bambini hanno imparato a memoria la filastrocca di una nuvola, la mamma di tanti fratellini fiocchi di neve: per essere felici bisogna stare uniti, e per restare uniti, dobbiamo volerci bene. Dicono sia la formula magica per cambiare il mondo e in un vecchio baule hanno anche nascosto l’equipaggiamento d’emergenza: ali di fata, abiti da principessa e mantelli da supereroe per diventare invincibili.

A Felicizia ci sono ogni giorno mura che crollano e vanno ricostruite un mattone alla volta, assicurandosi di averci messo tutta la colla necessaria per farle staccare il meno possibile al prossimo terremoto. I cattivi di solito arrivano la notte, quando pensi di essere al sicuro sotto una coperta calda e sopra un cuscino morbido. Invece la porta si stacca dal muro e per lo spavento, dimentichi in un secondo il tuo nome, il tuo colore preferito e pure la filastrocca dei fratellini fiocchi di neve. I bambini hanno imparato a riconoscere il rumore di quei passi pesanti e ogni volta che lo sentono, non possono fare altro che tremare per la paura. Se avevano messo abbastanza colla, sanno però che ogni cosa rimane ferma al suo posto.

I terremoti raccontano se quei mattoni erano capitati uno a fianco all’altro così per caso o se erano dentro quello stesso castello per un motivo, abitati da persone che guardandosi negli occhi avevano collegato, senza accorgersene, una all'altra anche il cuore. Allora, anche se tutto fa un po’ moltissima paura, succede che solo qualche briciola di castello cade e riempie la terra di polvere, ma i cuori non smettono di rimanere collegati. Per sicurezza, i bambini controllano di avere in tasca la colla per riattaccare subito mattoni o cuori che si vogliono staccare ed il fazzoletto per asciugare le lacrime che ha fatto cadere lo spavento. Stringono solo forte, forte tra le mani il barattolo delle bolle di sapone perché se quello rimane vuoto, allora sono davvero fregati.

Quando i cattivi sono così cattivi da ridurre il castello in un cumulo di briciole, i bambini si stringono fortissimo sino a diventare una cosa sola dentro quel vecchio baule, cantando a bassissima voce perché per essere felici, bisogna stare uniti. Per sentirsi un po’ più forti, indossano ali e mantelli per volare. Poi aspettano. Perché fino a quando gli rimane anche una sola bolla di sapone per riempire il Cielo di meraviglia, non esiste male che possa vincere contro il bene che si vogliono quando i cuori sono collegati. Quando tutto finisce, usano la colla per ristabilire prima di tutto il contatto tra loro, perché hanno imparato che i cuori sono più importanti dei mattoni. Insieme iniziano poi a rimettere tutto a posto cominciando dal Cielo e soffiano l’ultima bolla di sapone rimasta. Aveva proprio ragione la nuvola mamma: bastava stare uniti.

Marco Grossetti
FELICIZIA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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