Il silenzio che parla

Pubblicato il 14-09-2017

di Cristiana Capitani

Di Cristiana Capitani - Dal silenzio al dialogo, dalla preghiera di abbandono a Dio al “manda me”, ai sì decisi che possono cambiare le sorti di questo mondo che sta vivendo uno dei punti più bassi della storia. Con queste parole Ernesto Olivero ha accolto il migliaio di giovani presenti venerdì 12 maggio nella Basilica di Sant’Antonio a Padova. Una veglia di preghiera, iniziata con una marcia dal Santuario di San Leopoldo, per affidare il 5° Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace, alla cui base c’è la profezia del profeta Malachia, l’invito alla riconciliazione tra padri e figli. «Anche se domani saremo decine di migliaia di persone, continua Ernesto, saremo ognuno davanti a Dio, e ad ognuno nel silenzio del proprio cuore verrà chiesto di rinascere, di ripartire dall’amore e diventare un San Francesco, un Sant’Antonio, un San Leopoldo… con una manciata di sì si può cambiare il mondo».

Ci lasciamo guidare da San Leopoldo Mandic e Sant’Antonio, due santi che in modi diversi hanno vissuto il patto con Dio. Le promesse di Dio vengono annunciate dalla Sua Parola e rappresentate da alcuni giovani. Scene scandite da un ritornello: «Io (Dio) vigilo sulla mia parola per realizzarla» e dalla luce di una lampada che annulla le tenebre del male, dell’odio, del rancore, della morte. Accogliere la Parola di Dio nella propria vita apre al dialogo con Dio e con gli altri. Si alternano semplici ma profonde testimonianze di chi vive nella quotidianità il proprio dialogo con Dio, fatto spesso di silenzio operoso. Padre Claudio Monge racconta la sua esperienza di cristiano in Turchia. Chiara e Samia ci portano uno squarcio di vita dell’Arsenale dell’Incontro in Giordania dove cristiani e musulmani si incontrano nel servizio ai più poveri, ai disabili, a chi scappa dalla guerra. Angelo dalla Cina ci racconta come all’Arsenale della Piazza di Torino le «anime hanno tutte lo stesso colore», le differenze diventano ricchezza per tutti e non muri invalicabili. Don Falabretti, responsabile nazionale della Pastorale Giovanile, invita a cercare il senso della propria vita nella semplicità della quotidianità, perché spesso è proprio lì che si scoprono doni impensabili. Si conclude la preghiera affidando a Dio il cammino del sinodo dei giovani che la Diocesi di Padova si appresta a vivere, senza dimenticare chi vive il dramma della guerra, della fame, delle calamità naturali. Il silenzio della notte si apre per accompagnare tutti al 5° Appuntamento dei Giovani della Pace, appuntamento che per ognuno avrà una sfumatura diversa.


NP giugno/luglio 2017

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