Volpe

Pubblicato il 30-04-2018

di Fabio Arduini

di Fabio Arduini - Luci e ombre di un predatore onnivoro.
C’era una volta la volpe. Incipit decisamente poco azzeccato perché, con ogni probabilità, la volpe è destinata a scorrazzare sulla faccia della Terra molto a lungo ancora.

Non è così per tutte le specie di volpi esistenti, ma di certo per quella più famosa, la volpe rossa, grazie soprattutto alla sua adattabilità estrema, paragonabile solo all'uomo... e ai topi. Infatti per assecondare le condizioni ambientali in cui si trova ha molte carte da giocare, alcune davvero sorprendenti.

Che, tra l’altro, si sono dimostrate particolarmente utili anche per sopravvivere alle campagne di caccia di cui è oggetto, condotte da allevatori, mercanti di pellicce, ufficiali di igiene preoccupati di contenere la diffusione di malattie infettive o nobili inglesi: questi ultimi proprio a scopo venatorio la diffusero nell'unico posto in cui non era riuscita ad arrivare, l’Australia.

La volpe rossa mette in atto secondo le necessità o le opportunità strategie raffi nate, come modificare il numero di cuccioli dati alla luce, vivere stanziale oppure nomade, sola oppure in gruppo (modificandone anche il numero di componenti), più o meno lontana dagli insediamenti umani, ampliare o restringere il territorio.

Benché formalmente classificata come carnivoro, in realtà è un onnivoro dotato di stomaco elastico: per apprezzare cibi dalle dimensioni di 0,5 cm come insetti, bacche o frutti, fino a prede grandi come cuccioli di caprioli. Nasconde il cibo come provvista per periodi più sfortunati, distribuendolo in più nascondigli che è capace di ritrovare. Ma il sorprendente sta nella tana: infatti la volpe è pacifica coinquilina di altri animali, tra cui anche specie che in genere è lei stessa a cacciare: gli etologi hanno capito che il fatto di avere dei cuccioli inibisce, almeno dentro casa, il suo istinto predatorio.

Fabio Arduino
PAROLE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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