Fratello!

Pubblicato il 19-06-2016

di Flaminia Morandi

Monaco in preghieradi Flaminia Morandi – Fratelli: per Gesù sono tutti figli di un unico Padre che li ama senza esclusione, fino ai più piccoli, gli scartati e gli esclusi. Tutti fratelli. Ma dal II-III secolo con il fenomeno del monachesimo, fratelli diventano i monaci, quelli che si appartano dal mondo associandosi in cenobi o vivendo in solitudine per affrontare a viso aperto i demoni che intralciano il cammino dello Spirito verso la somiglianza con Dio, in Cristo: compito peraltro di ogni battezzato.

I primi monaci sono “laici senza importanza”, dice Orsiesi, successore di san Pacomio, esprimendo il comune sentire monastico: il sacerdozio non è uno stato adatto ai monaci, che devono vivere umili e in solitudine, evitando ogni tentazione di vanagloria. Le costituzioni monastiche di san Basilio, Cassiano, Palladio mettono in guardia contro la “tentazione del sacerdozio”, che per Giovanni Climaco non appartiene alla vocazione monastica, e Dionigi l’Aeropagita sottolinea che “nulla abilita il monaco alla benché minima attività nella Chiesa”.

Quando nel V secolo Gregorio Magno invia i benedettini in Inghilterra la pensa allo stesso modo: c’è “incompatibilità pratica” tra sacerdozio e monachesimo. Ma nei primi secoli del Medioevo con lo sviluppo del monachesimo in Occidente, i monaci ricevono missioni di evangelizzazione . Molti diventano vescovi senza smettere di essere monaci, il numero dei monaci-preti nelle comunità aumenta con percentuali dal 20% al 60%, anche se il sacerdozio continua ad essere considerato un fatto eccezionale ed imposto: ancora per san Bernardo è agli antipodi della vita nascosta che deve contraddistinguere il monaco. Ma la clericalizzazione continua inarrestabile fino al Concilio di Vienne, 1308, fino a congiungere sacerdozio e monachesimo. Ma se i monaci diventano tutti preti, chi manderà avanti concretamente il monastero? Chi lavorerà? Ecco che fanno la loro comparsa i conversi, i monaci illetterati che non devono possedere libri, esclusi dal servizio divino, senza un ruolo attivo o passivo in Capitolo.

Si creano due classi di monaci, di cui una inferiore. San Francesco, che insiste sull’uguaglianza dei chierici e dei laici nei doveri e nell’apostolato, verrà smentito a solo 6 anni dalla sua morte da una norma che esclude i laici da ogni carica e dalla guida dell’Ordine.
La lotta tra clericalizzazione e affermazione della laicità monastica continua lungo la storia tra il Concilio di Trento che nel XVI secolo esclude i laici dalle cariche in ogni Ordine e la resistenza strenua dei laicissimi Fratelli delle Scuole Cristiane nel XVII e nel XX dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld. Fino al Concilio Vaticano II, che rivaluta il laicato e il monachesimo laicale, pur considerando normale la figura del monaco-prete, chiamata particolare al servizio della comunità.

Povera umanità che non sa camminare senza cadere nella tentazione di sottomettere qualcuno. Povero uomo che si convince di esistere solo se detiene un qualche potere. Povera Chiesa quando pensa che il privilegio di essere sacerdote non implichi quello di servire di più.






Rubrica di NUOVO PROGETTO

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