Zi de zi

Pubblicato il 03-06-2013

di Claudio Maria Picco

Quando il bene è fatto bene... Dall'Italia alla Romania, un viaggio che vale una vita.
L’ironia della sorte ti spinge a volte a mettere gli occhiali giusti per passare da una posizione di prestigio che improvvisamente si dissolve, a una che non avresti mai preso in considerazione, ma che partendo dal basso della terra è molto quotata in alto.
Franco non avrebbe mai immaginato di cadere nelle braccia dell’Arsenale della Pace per prendere il volo rimbalzando in Romania dove, da alcuni mesi, si occupa delle iniziative umanitarie di un cuore impavido, padre Albano, che passa dai bassifondi ai quali strappa ragazzi e ragazze senza futuro al trattore che manovra con disinvoltura per dare loro il pane quotidiano.

Mentre da ogni parte si stanno chiudendo progetti non più sostenibili economicamente, la storia di Franco rappresenta una controtendenza positiva e da replicare. La sua professionalità imprenditoriale, ormai senza sbocchi in Italia, sta trovando senso tra i poveri di Baia Mare con nuovi obiettivi e nuove attività. Franco ha ingaggiato una sfida personale al non senso e alla depressione in cui si vive nella drammaticità di questa crisi.

E scrive, zi de zi, giorno per giorno in romeno. Dal 28 dicembre ad oggi, di giorni (e di notti) ne sono già passati tanti e le sue mail stanno diventando qualcosa di speciale, una diretta quasi quotidiana dal fronte della miseria che è anche quello della solidarietà. Così, chi non è sul posto (ma è qui a fare cose altrettanto necessarie) può rendersi conto di dove vanno a finire gli aiuti raccolti con il passaparola per quasi 2 milioni di chili.

Da poco decollato proprio qui all’Arsenale, il progetto Agritorino, che sperimenta sul campo la possibilità di dare cibo e lavoro con orti e coltivazioni solidali, apre la strada a esperienze analoghe in altri territori, come la Romania, dove si potrebbero sviluppare nuove attività agricole. “… eccomi in ritardo per lo zi de zi, questa volta bisettimanale – scrive Franco in una delle tante corrispondenze –. Innanzi tutto complimenti per l’operazione Agritorino… Ne parlavamo mesi fa, mi raccontavi un po’ di cose che ti sarebbe piaciuto fare per aiutare il prossimo. Ci fa piacere vedere che il progetto decolla, che i sogni ogni tanto si avverano, che l’unione tra tante persone capaci e volenterose abbia portato alla realizzazione di un’attività tanto importante. Anche qui, tra mille difficoltà, iniziamo a mettere le basi per far decollare i nostri sogni...”.

“Per otto giorni sono stato in Italia. Tantissime le persone incontrate in diverse città e sinceramente un po’ di stupore per il grande affetto ricevuto (da dividersi con padre Albano). Si sono aperti altri contatti per realizzare lavori nuovi e opere di beneficenza. Ringrazio anche tutte le persone che sono venute al Sermig il giovedì sera per la serata dedicata a Baia a Mare. Io sono qua, al fronte come dice padre Albano, ma il lavoro svolto da tanti altri, in modi diversi, è importantissimo e da Baia vi inviamo un grande grazie”.

“Oggi niente notizie su donazie e beneficiari. Abbiamo una messa qui a Ferneziu dedicata a Gabi, ragazzo di 18 anni che frequentava la centrale. È mancato la settimana scorsa per circostanze non ancora chiarite. Era un ragazzo della centrale, inutile nascondere l’amarezza… Ho assistito al suo funerale (ero appena rientrato, neanche il tempo di scaricare i bagagli). Lo sconforto degli altri ragazzi era evidente, la rabbia di padre Albano pure. Non la rassegnazione. Speriamo tutti di fare meglio anche per loro e nonostante mille difficoltà ci poniamo costantemente interrogativi sul cosa e come affrontare certe situazioni”.

“Purtroppo è evidente che l’Italia è attanagliata da una grave crisi… Meglio che anche qua in Romania ne siamo coscienti: anche la più piccola risorsa va sfruttata per il meglio e nella giusta maniera. Bisogna fare ancor più attenzione ai materiali e ai generi alimentari che vengono dati per la nostra missione. Con l’incessante aumento di poveri in Italia e con la forte diminuzione delle donazioni si potrebbe creare una forte contrazione degli aiuti. Quindi bisogna fare di necessità virtù e moltiplicare gli sforzi qua a Baia”. La strada si apre camminando, dice il saggio.

Di Claudio Maria Picco
Foto: Novarino

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