È possibile. La regola della speranza

Pubblicato il 02-06-2016

di Flaminia Morandi

Ernesto Olivero e Marco Tarquinio al Salone del Libro per la presentazione di "È possibile. La regola della speranza" (Mondadori).

Tre mesi di pensieri nella rubrica di Ernesto Olivero su Avvenire, oggi raccolti in questo libro, hanno offerto storie e riflessioni, tenute insieme da un filo conduttore comune, che a me sembra essere l’inquietudine. Quella che Ernesto ha definito “benedetta” e che non consente di appiattirsi sull’esistente, di non rassegnarsi di fronte alle sofferenze e alle storture del mondo, ma sollecita, sospinge, esige comportamenti. […] È quell’inquietudine disarmata e disarmante, ben diversa da dall'irrequietezza, che di fronte alla differenza tra ciò che avviene e ciò che sarebbe giusto, ti dice: “Il mondo non va in questa direzione? Comincia tu”. La prefazione di Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica Italiana, all’ultima fatica editoriale di Ernesto Olivero introduce la presentazione del libro nella “sala gialla” del Salone del Libro di Torino gremita in ogni ordine dei 600 posti a sedere disponibili

“È un libro dal valore sapienziale che nasce da una grande esperienza di vita, – ha commentato Alberto Gelsumini che ha seguito il percorso editoriale del libro – una sapienza ispirata dalla quotidianità, sono parole sporche di vita. Per questo motivo questo libro riesce a dare speranza. È possibile uscire dai bassifondi umani per trasformare la speranza in una regola. Questo libro è un dono per se stessi e per gli altri”.

Marco Tarquinio direttore di Avvenire, conduttore e intervistatore dell’incontro, ricorda che tutto è nato da un lungo percorso di avvicinamento reciproco e continuo con Ernesto: “Quando ho conosciuto Ernesto e il Sermig ho voluto dare la possibilità ad Ernesto di affacciarsi ad una finestra come quella offerta da un quotidiano come Avvenire per toccare tante persone. Il Sermig si esprime attraverso canzoni, incontri. Io volevo che tutti conoscessero Ernesto”. Una serie calibrata di domande fa emergere il senso di alcuni fra i tanti incontri che hanno segnato la vita del fondatore del Sermig: Frère Roger Schutz, Dom Luciano Mendes, don Loris Capovilla (ora cardinale), madre Teresa, Alberto Risso, Norberto Bobbio, Umberto Eco…

Ernesto Olivero: “L’uomo ha bisogno di scoprire il senso della vita, ha bisogno di maestri in mezzo a questa confusione. Il male è forte perché fa passare per normale ciò che normale non è. Chi ha trovato il senso deve mettersi al servizio di chi fatica. Quando ho capito veramente che il Sermig stava crescendo mi sono detto: non voglio montarmi la testa! Mi sono detto ancora: devo trovare un metodo infallibile per non cadere trovando maestri non montati. Il mio metodo è pregare molto, trovare uomini di Dio (non credenti o credenti) a cui chiedere consiglio. La Bibbia mi accompagna sempre e mi ricorda l’esempio di Salomone, il più grande di tutti che però è caduto. Se è capitato a lui può capitare anche a me”.

E ancora: “Ho pianto sapendo che il nostro Paese è così corrotto. Negli anni Settanta, quando capii che il Sermig stava crescendo, mi dissi che volevo tirar su un’opera di Dio che si fondasse solo sugli aiuti della gente… Abbiamo imparato molto da maestri e maestre come Madre Teresa che ci ha indicato la via: stare con i giovani”.

Claudio Maria Picco


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Presentazione di Ernesto Olivero al Salone del Libro

Intervista a Ernesto Olivero al Salone del Libro sul libro È possibile

Articolo di Marco Bonatti della "Voce del Popolo" sulla presentazione
del libro "É Possibile" di Ernesto Olivero al Salone Internazionale del Libro.


Ernesto, poco "santino" perché molto umano

Al Salone, venerdì scorso, si aspettava un noto attore. C'era una gran coda di gente; il personale del servizio d'ordine, mobilitato e vigile, si sbracciava e gridava: "Chi é in attesa per X, da questa parte". E, dalla coda, nessuno si muoveva. 
Una situazione che getta nel panico qualunque servizio d'ordine, perfino la Gendarmeria Pontificia: perché di fronte all'imprevisto non sai più come interpretare, e dunque come muoverti. Può succedere di tutto.

Infatti la gente era lì non per il noto attore ma per la presentazione del libro di Ernesto Olivero "E' possibile", che raccoglie gli interventi del fondatore del Sermig nella rubrica quotidiana tenuta su "Avvenire" negli anni scorsi; il compito di quei pensieri - di quella rubrica - non era tanto di commentare l'attualità, ma di spalancare una finestra sulla sapienza che ci serve, ogni giorno, per affrontare la vita e darle un senso. E' il senso che voleva imprimere Ernesto era chiaro: "è possibile", appunto, scoprire ogni giorno la misericordia e la grandezza di Dio, anche quando lo si cerca nelle nostre miserie e nel "nero" dei fatti di cronaca. I contenuti del libro sono dunque queste "storie semplici" che rappresentano il mestiere di Ernesto: incontrare persone, e cercare di creare legami di amicizia (con Dio, con il mondo). Non per niente lungo gli anni il Sermig si é affezionato a parole come "riconciliazione", "speranza", e, soprattutto, "giustizia" e "pace". Costruire la pace nella giustizia é la strada che porta alla riconciliazione e, infine, alla virtù della speranza...

Come piace ad Ernesto il libro è accompagnato dalle parole dei suoi amici, che presentano, introducono, "benedicono" l'opera.
Questa volta la pagina di apertura tocca a Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica che ha voluto continuare, anche col suo breve scritto, l'amicizia iniziata col Sermig l'anno scorso a Torino, quando venne a visitare la Sindone e poi si intrattenne a lungo a dialogare con i ragazzi dell'Arsenale della Pace.

Ma ci sono parole anche di Marco Tarquinio, Cesare Nosiglia e Anna Maria Canopi, la badessa di San Giulio d'Orta.
E poi di Flaminia Morandi ("un'amica teologa e scrittice"), che introduce una breve distinzione: "Capita che si confonda il 'santo' con il 'santino', l'immaginetta stereotipata di uno che volteggia qualche centimetro sopra la terra, le mani giunte e lo sguardo rapito verso il cielo (...) Se a qualcuno Ernesto dà sui nervi perché é troppo umano, troppo pieno di difetti e troppo poco 'santino', questa casomai é la riprova che é sulla strada giusta. Che cammina umilmente sulle tracce di un Altro. Così funziona, da duemila anni suppergiù, la storia dei santi, ma non dei 'santini'. Quelli, li usiamo come segnalibri nei volumi sui quali ci addormentiamo, con la consapevolezza serena che la santità comunemente intesa sia un fatto che non ci riguarda".
Il libro racconta, appunto, che anche questo "é possibile".

PS Nelle cronache del Salone (carta stampata come tv) alla sera e al giorno dopo si é parlato unicamente del grande attore venuto in visita al Lingotto, e per nulla della presentazione di
"E' possibile. Ma ormai questi silenzi sono la riprova dei veri successi.

Marco Bonatti


TORINO CRONACA QUI - sabato 14 maggio 2016
Per Ernesto Olivero "È possibile" un libro che invita alla speranza
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La Sala Gialla è da sempre il luogo deputato ai maxi eventi, ai grandi incontri, ai bagni di folla. E al di là di Checco Zalone, ieri la coda c'è stata anche per un personaggio ben diverso, che la notorietà la guarda sempre un poco di traverso, a meno che la sua fama non sia la chiave per aprire le porte dei cuori e della solidarietà. Si tratta di Ernesto Olivero, che ieri alle 14 presentava il suo libro. "È possibile. La regola della speranza" edito da Mondadori, assieme a Marco Tarquinio direttore del quotidiano Avvenire. 
Sala strapiena, quindi malcontate circa 700 persone, con altre 200 costrette a rimanere fuori e seguire l'appuntamento dagli schermi. Una situazione che ha sorpreso per primo Olivero: «Non me lo aspettavo. Mi ha colpito davvero perché dimostra che sono tante le persone che ci vogliono bene».
Il libro è una raccolta di circa 90 episodi della vita del fondatore del Sermig, molti dei quali già comparsi come articoli e riflessioni e che poi è stato deciso di raccogliere in un volume che vede due presentazioni davvero singolari, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e madre Anna Maria Cànopi, badessa del monastero di clausura dell'isola di San Giulio d'Orta. «Due persone davvero fuori dagli schemi» dice ancora Olivero. Che dell'appuntamento di ieri ha voluto sottolineare «l'appropriato silenzio in cui si è condotta la presentazione, per una partecipazione davvero commossa».


 
Foto: Max Ferrero / SYNC

 

 

 

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