Giovani abbattono pareti...

Pubblicato il 02-06-2016

 

In un Brasile “bloccato” dalla crisi economica, dalla corruzione politica e sociale, dalla violenza e dall'emergenza dengue e zika virus... la sensazione è di essere circondati da enormi pareti, piene di cattive notizie che tolgono il respiro, soprattutto ai più giovani che, più di ogni altro, percepiscono la politica, i sindacati, la stampa e ogni altra istituzione come corrotte, arroganti e inadeguate a guidare il paese, specialmente in un momento come questo.

Sembra impossibile attraversare queste pareti o, più semplicemente, si opta per la resa o per il tentativo di proteggersi, di isolarsi, ciascuno nel suo mondo, seguendo solo le vicende che “interessano” o, tuttalpiù, partecipando a manifestazioni di piazza guidate da qualche movimento anti-tutto. Pare non esserci via d’uscita, pare che cercare una strada sia impossibile quanto attraversare un muro! Sabato 21 maggio 2016, all'Arsenale della Speranza, in occasione del 7° incontro “Conta Comigo”, abbiamo rivolto agli oltre 300 giovani partecipanti – rappresentanti di scuole, parrocchie e movimenti della città di San Paolo – una semplice domanda: “è possibile, in mezzo a tante cattive notizie, cercare insieme dei segnali positivi?”. Poi abbiamo chiesto loro di essere umili e al tempo stesso determinati, per affrontare la sfida di attraversarle quelle pareti ed ascoltare alcune parole e testimonianze di persone che, con la loro vita, dimostrano che il mondo si può cambiare.

Di parete in parete, i partecipanti hanno potuto riflettere sul fatto che i problemi enormi esistono, e non si possono di certo ignorare, ma anche sul fatto che, di fronte a quei problemi, “esistono” i loro sogni, le loro vite, esistono loro, non solo come “spettatori” della storia – o peggio ancora come complici dei problemi –, ma come qualcuno che può cercare veramente una nuova strada, mettendo a disposizione tempo, idee e creatività per “inventare soluzioni”, senza aspettare che lo facciano gli altri, senza aspettare di avere tutte le condizioni favorevoli per iniziare a costruire il bene per tutti.

Le parole di Ernesto Olivero – che ha partecipato all'incontro, insieme ad alcuni ragazzi della Fraternità della Speranza di Torino – sono state di grande incoraggiamento: “Cinquant'anni fa ero un giovane come voi e davanti ai problemi enormi del mio tempo mi sono commosso. Non ho aspettato di avere un grande programma, mi sono fatto guidare da quella commozione e, un passo alla volta, ho capito che le cose – anche quelle più impossibili – possono cambiare, con me, oggi. In ognuno di voi c’è questa commozione, c’è un sogno a cui dire sì per diventare quel politico, quel professore, quell'operaio, quel consacrato... di cui il Brasile e il mondo hanno bisogno”.

Poi i Giovani, divisi in gruppi, si sono sparsi per tutto il quartiere, curando la pulizia degli spazi pubblici, facendo attività di manutenzione di un orto urbano e occupandosi dei vari compiti quotidiani legati alle accoglienze dell’Arsenale della Speranza. Sabato 21 maggio abbiamo visto, ancora una volta, che è possibile non rimanere “bloccati” o indifferenti, ma cercare una strada di solidarietà e di misericordia. Ora, come sempre, spetta a noi e ad ognuno dei partecipante dimostrare che è possibile continuare...

Arsenale della Speranza - S.Paolo - Brasile
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