La preghiera

Pubblicato il 05-03-2016

di dom Luciano Mendes

Gaetano Domenichini, La preghieraDinnanzi alla sofferenza, alle prove, alle ingiustizie la preghiera diventa molto difficile, siamo quasi bloccati psicologicamente davanti all’immagine di un Dio che non sembra essere Padre, non sembra essere buono.

Per Gesù, anche nei momenti di sofferenza, il Padre è sempre Padre. Solo quando cerchiamo di pensare come Gesù possiamo capire meglio il senso della sofferenza e sentire in noi la forza non solo per accettare e condividere, ma per trasformare il mondo come ha fatto Gesù che guariva, insegnava e faceva nascere la speranza.

Quando la nostra vita si apre alla preghiera, siamo capaci di oltrepassare le difficoltà che possono nascere quando il problema del male si presenta davanti a noi come un muro, perché vedendo il Signore che soffre sulla croce ci apriamo al mistero della sofferenza e andiamo ancora più a fondo nell'incontro con Dio che è Padre. È necessaria la luce della passione del Signore per avere la capacità di condividere con le persone le situazioni difficili e per trovare la forza interiore che ci faccia dire, come Gesù, “Padre nelle tue mani io consegno il mio spirito”.
Per questo dobbiamo chiedere al Signore il dono di un grande desiderio di preghiera. Alle volte passano tanti anni senza scoprire la preghiera, ma il tempo non torna. E poi la preghiera è indispensabile per cogliere il disegno, il sogno di Dio su di noi. Forse per qualcuno è difficile capire il senso delle parole espresse da un giovane: “Io non voglio consacrarmi al Signore nel sacerdozio quando la mia vita sarà quasi finita, lo voglio quando ho ancora una vita da vivere”. È come una persona che si sposa molto tardi e dice: “Che peccato! Avremmo potuto sposarci prima, perché abbiamo aspettato tanto?”.

Non è necessario aspettare tanto per scoprire la gioia, la grazia, la necessità della preghiera in modo da avere una esperienza bella, grande, pura, forte, della presenza di Dio, come aveva Gesù.
L’esperienza della preghiera ci fa vivere la presenza del Signore in mezzo a noi sempre, non soltanto in alcuni momenti più forti. Quindi è possibile oltrepassare il muro che il problema del male sembra costruire davanti a noi, attraverso l'esperienza del Cristo che fa capire che si può vivere in mezzo al male quando l'amore si fa condivisione.

Mi è capitato tempo fa di partecipare a un film sulla preghiera. Ero seduto vicino al tabernacolo in attesa di essere chiamato. Solo che hanno dovuto ripetere alcune scene non so quante volte, e il tempo passava. Io stavo lì, certamente da più di un'ora, a pregare e dicevo: “Dio, mi trovo qui quasi obbligato, sarebbe così bello venire con tranquillità, liberamente, senza preoccuparmi per il buon esito della ripresa cinematografica”. Con questo voglio dire che nessuno si deve sentire unicamente attore di un bel film, noi possiamo trovarci alla presenza del Signore sia in una chiesa, sia nel nostro cuore, sia quando siamo per la strada e camminiamo verso casa, e sempre vivendo la gioia dell’esperienza della presenza di Dio.

Se viviamo la presenza di Dio la risposta che ne deriva è l’amore e allora attorno si espande la speranza, la luce annulla il buio.


Dom Luciano Mendes de Almeida
da NP
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