Se c'è fumo c'è arrosto

Pubblicato il 03-04-2013

di Carlo Degiacomi

di Carlo Degiacomi - Sigarette e non solo: l’ignoranza non è ammessa. I dati degli organismi nazionali e internazionali confermano il pericolo per la salute e l’ambiente.

Vi propongo di arrabbiarvi e litigare di brutto con chi fuma.

Una volta l’anno ritengo importante richiamare l’attenzione dei lettori su uno dei temi ambientali più importanti, ma su cui c’è spesso meno interesse perché meno oggetto di attenzioni politiche: si tratta del fumo da sigaretta, pipa, tabacco, sigari…

ARIA PURA

Bisogna parlarne in famiglia e in classe per evitare che si inizi a fumare, per far sì che in molti smettano e anche per far capire ai fumatori che sono responsabili del fumo passivo che si deposita su muri, tessuti, moquette, imbottitura dei cuscini, capelli, superfici.

Non è sufficiente aprire le finestre! Non basta neppure fumare sul balcone o aprire i finestrini dell’auto! È un dato terribile che i fumatori non ammettono o non conoscono: è nocivo respirare l’aria di un alloggio dove una persona ha fumato il giorno prima, nonostante siano state aperte le finestre! È un pericolo per chi ci abita, in particolare per i bambini piccoli che mettono in bocca oggetti ricoperti da metalli pesanti e da sostanze cancerogene.

Più si è esposti a questo fumo definito di terza mano e peggio è! Ricerche serie e recenti sempre di più spiegano che il fumo rimane in casa e nei locali chiusi per settimane e mesi. Molte tossine inquinanti provenienti dalle sigarette si legano ad altre sostanze generandone di peggiori e più nocive. Lo dobbiamo gridare a chi fuma o a chi tra poco sceglierà di fumare.

MORTE E MALATTIE

Questo possiamo dirlo senza dubbi e senza incertezze. Intanto lo dicono i dati. Nel 2011 il fumo ha ucciso 6 milioni di fumatori e 600.000 non fumatori (dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità). Se ne prevedono 8 milioni all’anno nel 2030 quando il fumo sarà la causa del 10% delle morti complessive!

Sempre di più il fumo è diffuso in fasce sociali intermedie (circa il 50% dei lavoratori dipendenti) e in Paesi dove prima non era diffuso per motivi economici.

Oltre a chi muore c’è chi si ammala. Dipende dal fumo oltre il 70% dei casi di tumore ai polmoni, oltre il 40% delle malattie respiratorie croniche e almeno il 10% delle malattie del cuore. Se paragonate ai 6 milioni di decessi dovuti al fumo, quelli per altre cause hanno cifre molto più basse: ad esempio 2,5 milioni per eccesso di alcol; 2,8 milioni per malattie legate all’obesità.

In Europa le morti collegate direttamente o indirettamente al fumo sono circa 650.000. In Italia sono 89.000 di cui 19.000 in conseguenza di fumo passivo o emesso dai fumatori. Nel libro appena uscito scritto da Fabio Beatrice, medico all’Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, e dalla giornalista Johann Rossi Mason per le edizioni Guerini e Associati – introduzione di Luciana Littizzetto – vengono elencati 101 motivi per non fumare (che è anche il titolo del volume). Lo consiglio a tutti, fumatori e non fumatori. Apprenderemo non solo che in una sigaretta ci sono oltre 4.000 sostanze e di queste oltre 40 sono classificate come altamente cancerogene, ma anche che i produttori di sigarette hanno inserito decine di additivi con l’obiettivo di rendere più accettabile la sgradevolezza del tabacco e più efficace l’assorbimento della nicotina che crea dipendenza.

GIOVANI E FUMO

Ci si interroga sempre di più sul perché il fumo cresca tra i giovanissimi. I motivi per cui iniziano sono molteplici. Le ricerche dicono che il primo è l’imitazione degli altri coetanei o degli adulti e il poter disporre di un rito di passaggio per l’età adulta, con il presupposto che si possa smettere quando si vuole. La motivazione che fumare piace è dichiarata solo dal 15-16%.

Si viene catturati dalla dipendenza chimica (nicotina), dalla dipendenza fisica (piacere), dalla dipendenza psichica (imitazione e rito). Le ragazze fumano più dei ragazzi.

Il rapporto annuale dell’Istituto Superiore di Sanità ci spiega che circa il 13% dei ragazzi inizia a fumare prima dei 15 anni; il 46% tra i 15 e i 17 anni. Inoltre tra i 25 e i 44 anni fuma il 25% circa degli uomini e oltre il 17% delle donne. Nel 2011 rispetto al 2010, i fumatori sono aumentati di circa 500.000 unità.

DANNI ALL’AMBIENTE

In aggiunta alle analisi sul fumo che fa male c’è un aspetto meno conosciuto, quello ambientale: ad esempio le cicche delle sigarette sono biodegradabili solo dopo un periodo lungo da uno a cinque anni, a seconda della situazione di umidità, di batteri…

Il libro prima citato ci informa che in Italia si gettano ogni giorno circa 195 milioni di cicche prodotte da 11 milioni di fumatori (tanti sono i fumatori in Italia!), quindi una media di circa 20 sigarette al giorno ogni fumatore. Il problema non riguarda solo la pulizia delle strade, delle spiagge, delle acque, ma anche il fatto che nel mozzicone di sigaretta rimangono sostanze nocive in percentuali che vanno dal 15% al 35%. Ce la prendiamo giustamente con l’inquinamento da pesticidi, perché non ce la prendiamo anche con l’inquinamento dell’acqua da parte delle cicche?

Anche se i fumatori sono convinti di produrre poca immondizia, le cifre annuali a livello italiano sono enormi: oltre 51 miliardi di cicche e quasi 11 milioni di fumatori. E poi 3.600 tonnellate di cenere; 320 di nicotina; 1.800 di composti organici volatili come benzene, acetone, formaldeide, toluene; 22 di gas tossici come ammoniaca e acido cianitrico. Queste non sono che una minima parte delle sostanze contenute nelle sigarette che entrano tra gli inquinamenti della natura in modo marcato e pesante.

Tanti i Comuni italiani che hanno introdotto pesanti multe per chi gettava in terra i mozziconi di sigarette, tra questi anche il sindaco di Pollica, Angelo Vassallo, ucciso nel settembre 2010, che propose multe record fino a 1.000 euro.

Consentitemi ancora una efficace citazione dal libro di cui sopra: “Che sarà mai una sigaretta rispetto agli inquinamenti delle auto e delle moto?” dicono i fumatori che non accettano le loro colpe dirette. Ebbene, i tecnici del laboratorio per lo studio dell’inquinamento da fumo dell’Istituto dei tumori di Milano hanno misurato le particelle inferiori ad 1 micron (capaci di entrare nei polmoni) emesse da uno scarico di una moto Harley Davidson ed emesse da una sigaretta. Dopo alcuni minuti in cabina la moto ha emesso 270.000 particelle sottili; dopo sole alcune boccate di sigaretta le particelle sottili sono arrivate a 700.000.

Le sigarette inquinano tre volte di più di una potente motocicletta e anche di un potente motore diesel euro tre!

BANDO AGLI ELOGI

Trovo incredibile (ma credetemi, succede proprio così) che sui media di Torino compaiano articoli a favore di chi si è messo a produrre sigarette vicino alla nostra città, come se fosse un’impresa grande e intelligente perché locale rispetto alle multinazionali; articoli che vantano il fatto che la stessa fabbrica abbia concesso un grande murale ai graffittari e che per riconoscenza alcuni di loro abbiamo fatto l’elogio del fumo, grandi scritte Smoke, sempre con il plauso del giornalista a cui non vengono dubbi quando scrive l’elogio del fumo. Nel 2012 con le conoscenze scientifiche che abbiamo (l’ignoranza non è ammessa su fatti così noti e certi) forse è un atto definibile come miserabile. I dati relativi al fumo è bene discuterli in ogni luogo (bar, lavoro, famiglia, classe) perché è purtroppo un’emergenza e una grande fregatura per tutti, non solo per i fumatori. Ed è bene prendere carta e penna o, come si dice oggi, computer e web per dare una mano a chi non accetta che il fumo possa essere il principale assassino dei giovani nella nostra società come accade nei Paesi in via di sviluppo.

Illustrazione di Giampiero Ferrari

 
Dalla rubrica di NP A COME AMBIENTE




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