Togliere la ruggine

Pubblicato il 18-11-2014

di Maddalena e Francesco Antonioli

di Maddalena e Francesco Antonioli* - Dopo anni di matrimonio le piccole sciocchezze di ogni giorno possono diventare montagne insormontabili. Un guaio non solo per figli, parenti e amici, ma anche per la società perché la famiglia è una garanzia di tenuta della comunità civile.

Abbiamo conosciuto Marcello e Francesca nel 2004. Sposi da 14 anni, avevano avuto quattro figli in otto anni e Marcello era stato per diverso tempo impegnato con il lavoro fuori regione. Nonostante tutto, però, si consideravano una bella coppia: confrontando la loro vita con quella degli amici, non avevano l’impressione che le cose andassero male. Certo, qualche attrito, qualche litigio anche violento, qualche ripicca a volte cattiva c’erano stati, ma chi non li vive? Ci raccontava Francesca: “Le nostre discussioni peggiori avvengono a causa del lavoro di Marcello: quando si solleva questo argomento scattano in me sentimenti contrastanti, per ragioni diverse. Anzitutto perché ho smesso di lavorare quando i bambini erano piccoli e questo mi mette in una condizione d’inferiorità nei suoi confronti. Non tanto dal punto di vista economico, quanto psicologico. Infatti, quando parliamo di lavoro, mi sembra spesso che lui creda che io non possa capire come stanno le cose solo perché sono lontana da quelle dinamiche da tanti anni. Questo mi fa soffrire, mi sento messa con le spalle al muro. E poi sono gelosa del suo lavoro: lo allontana da casa per 8-10 ore al giorno, e anche se gli piace, lo logora, si prende il meglio di lui e lascia a me e ai nostri figli solo le briciole. I bambini forse percepiscono questo mio nervosismo, perché spesso sono intrattabili come me, specie dopo una discussione aspra. A volte mi sembra che ci stiamo allontanando, ma forse succede così a tutti, dopo tanti anni di matrimonio: un sodale e fraterno rapporto di amicizia, più che la complicità dei primi tempi”.

Anche Marcello non sembrava del tutto soddisfatto: “Lavoro come un pazzo per il bene della famiglia e Francesca non lo capisce. Crede che io mi diverta? Certo, il mestiere che esercito mi piace, ma come può pensare che io lo preferisca a loro? D’altro canto è vero che da quando ci sono i bambini non abbiamo più un momento tutto per noi. Lei si occupa a meraviglia di loro e della casa, ma quando io rientro è sfinita e crolla addormentata prima delle dieci. Sento il peso della responsabilità economica della famiglia e non sempre riesco a parlarne con Francesca. Lei la fa sempre facile, mi dice come mi devo comportare sul lavoro, che cosa devo dire. Litighiamo anche davanti ai bambini, con toni accesi, e ogni volta ci vogliono giorni per ritornare a parlarci. A volte sono proprio stanco”.

Piccole cose, in apparenza di poco conto, che però negli anni per Marcello e Francesca erano diventate pesi insostenibili. Così abbiamo proposto loro di vivere un’esperienza utile a rinnovare la relazione in coppia.

Marcello e Francesca, in quel week-end, hanno avuto del tempo tutto per loro, hanno avuto modo di interrogarsi ed approfondire la conoscenza di se stessi, hanno analizzato i propri sentimenti, si sono ascoltati e si sono confrontati in coppia sui temi proposti dal team guida. Hanno potuto finalmente parlarsi nel modo giusto, non senza sofferenza, dedicandosi del tempo privilegiato in coppia. Sono riusciti a scoprire che non erano soli, ma che tante altre persone vivevano le loro stesse difficoltà. Il we è stato un momento di svolta importantissima – ci ha confidato Francesca una volta rientrata a casa –. Ho capito che Marcello e io potevamo tornare a essere la coppia di un tempo, anzi, migliore. L’amore di fondo non era mai sparito: si era solo come ossidato, un po’ arrugginito, e in quei due giorni abbiamo dato una bella lucidata (e anche una bella scartavetrata…) alla nostra relazione. Abbiamo capito che è importante sapersi ascoltare con il cuore, per rispettarsi e volersi bene senza ferirsi”. Marcello ha rincarato la dose: “Quando siamo tornati a casa, tutti si sono accorti che ci era successo qualcosa di veramente speciale: non solo i nostri figli, ma anche gli amici, i colleghi e i nostri genitori. Vogliamo cercare di continuare su questa strada, perché ci sembra davvero quella giusta. Soprattutto non vogliamo perdere i contatti con tutte le belle persone che abbiamo conosciuto e che ci hanno aiutato”.

Sono passati quasi dieci anni: siamo ancora molto amici di Marcello e Francesca. Li abbiamo visti trasformarsi, a poco a poco, nel tentativo di avvicinarsi l’uno all’altro e di capirsi e amarsi di più. Li abbiamo rincontrati nelle occasioni formative proposte da Incontro Matrimoniale: il cambiamento (non sempre così facile e automatico), sono ancora loro parole, “è stato possibile soprattutto grazie all’amicizia e al sostegno di altre coppie con cui abbiamo condiviso il cammino. La consapevolezza di non essere abbandonati ci ha aiutati e motivati nel continuare a volerci bene”.

Ogni giorno ciascuno di noi entra in contatto con storie come quella di Marcello e Francesca: sono diffusissime. Ma sembrano diventare estreme quando il peso della solitudine e dei rancori fa dimenticare la bellezza dell’essere insieme. Alle volte basta un passo per iniziare un cammino e fidarsi degli altri. Come dire: “IM…magina, puoi”.

*Maddalena e Francesco Antonioli sono una coppia-guida di Incontro Matrimoniale, movimento nato in Spagna negli anni ’50 e ora presente in più di 90 Paesi per sostenere la relazione d’amore tra gli sposi.

www.incontromatrimoniale.org



Speciale Riparto da me 2/5 - NP gennaio 2014

Ognuno ha una storia fatta di gioie e slanci, ma anche di ferite e condizionamenti. Eppure, il passato non è una prigione. Chi lo accoglie, chi ha il coraggio di fare pace, può diventare una persona migliore. A volte, un maestro.

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