Changiamenti

Pubblicato il 25-03-2017

di andrea

di Andrea Gotico - Leggendo il discorso di uscita di scena di Obama dalla città in cui partì la sua avventura, si sono riaccese in me le speranze che otto anni fa mi avevano fatto gridare al vero amore! Davanti a 20mila persone in delirio, un’uscita di scena veramente da grande uomo, niente da dire, parole belle, belle. Se fossi sceso dalla Luna in quel di Chicago in quel preciso istante mi sarei detto “cavoli, con un uomo del genere in otto anni chissà quante cose saranno changiate sul pianeta Terra!”.

Poi ancora intontito dal viaggio spaziale mi sarei girato verso il suo successore e mi sarei detto “ok, siamo fregati”, mi sarei girato nuovamente verso Obama, il quale sottolinea di avere reso l’America un Paese migliore, inducendomi a guardare meglio gli Stati Uniti. Preso atto che in me è sorto un enorme punto interrogativo, mi sarei velocemente girato verso il mondo.
Là in mezzo al mondo avrei visto la Siria e forse avrei pianto, poi mi sarei girato verso il Mediterraneo, e oltre verso la Russia, e più in là la Cina, e preso dall’ansia avrei guardato verso Gerusalemme...

In preda al panico forse mi sarei voltato nuovamente verso Chicago e avrei guardato negli occhi Obama che continuando il suo bel discorso mette in guardia il suo successore su tutti i pericoli verso i quali andiamo incontro. Tutto vero, caro presidente, ma vogliamo anche parlare di tutto quel change di cui hai bombardato il mondo in questi anni?
Ci hai fatto caso che c’è gente che ci ha creduto! Santa polenta signor presidente, abbiamo una grande responsabilità nei confronti del significato delle parole che usiamo o i nostri figli potrebbero crescere pensando che la parola cambiamento significhi “peggiorare la propria situazione”.

Mio nonno diceva sempre: “Non dire mai da domani cambierò, aspetta piuttosto pazientemente che siano gli altri a dire che sei cambiato!”.

Andrea Gotico
ORZATA CON LATTE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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