Ero prigioniero e mi avete visitato

Pubblicato il 20-02-2016

di dom Luciano Mendes

Padre Fiorenzo Viviani, Visitare i carceratiSiamo chiamati a preparare un mondo senza ingiustizie e senza violenza, senza crimini e senza prigioni, che annunci il regno di Dio. In tante carceri del mondo la dura realtà quotidiana è fatta di maltrattamenti, torture, mancanza di igiene, rivolte e massacri. Chi è capace di dimenticare le repressioni violente in tante carceri del mondo, come quella del carcere Carandiru, a San Paolo, che fece più di cento vittime? Si comprende che vi siano scontento, aggressioni, violenze. Focalizziamoci sempre sul mondo. Pochi carcerati riescono ad avere avvocati che li difendano e seguano i processi. Chi può essere rieducato in un ambiente simile? Coloro che scontano la pena, usciti di prigione non trovano lavoro e diventano recidivi.

In Brasile la Campagna di Fraternità istituita dalla Chiesa col motto Cristo libera da ogni prigione aveva l’obiettivo di far crescere, alla luce del vangelo, la solidarietà nei confronti dei carcerati, di aiutarli a cambiare il loro comportamento per reinserirsi nella società. Un altro scopo: aiutare le vittime del crimine e della violenza, dando loro assistenza e incoraggiarle a vivere un atteggiamento di perdono.

Gesù Cristo è venuto per salvarci da ogni male. Ci insegna a ripudiare il peccato, a cercare la conversione dei peccatori, a imitare la misericordia di Dio. Gesù ci educa alla fraternità e alla riconciliazione. Il cristiano ha il dovere di amare e perdonare i fratelli, nella certezza che, con l’aiuto divino, è sempre possibile recuperare la persona umana. Senza perdono, ci saranno sempre degli esclusi. Solo l’amore che perdona può fare che tutti gli esclusi possano entrare nel nostro cuore e nella nostra casa.
Le comunità cristiane, specialmente nel tempo di Quaresima, devono cercare di seguire l’esempio di Gesù Cristo che offre a tutti il perdono e la grazia divina. Viene a liberarci dai crimini e dalle prigioni.

Cosa possiamo fare perché si realizzi questa liberazione?
Il primo atteggiamento è quello di evitare il male, stimolando l’amore gratuito verso l’altro, l’educazione alla solidarietà per far sì che ci siano condizioni di vita degna per tutti, con speciale attenzione ai più bisognosi. Anche il mondo del carcere non può essere dimenticato. Soprattutto in quei Paesi dove i diritti dei carcerati non sono tutelati e il sistema penitenziario non educa, le condizioni nelle prigioni sono pessime, è carente l’esercizio della giustizia, manca la possibilità dell’assistenza giuridica gratuita.

La liberazione che ci dona Cristo è per tutti. Se noi siamo in un mondo dove c’è il male, noi non possiamo scappare da questo mondo, ma possiamo cercare di condividere questa situazione, cercare di superarla ed aiutare gli altri a loro volta a vincerla.


Dom Luciano Mendes de Almeida
da NP
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