1 sorriso è una calamita

Pubblicato il 15-08-2012

di Carla Zichetti

di Carla Zichetti - Sono Massimiliano, ho 32 anni, da dieci sono tetraplegico. Soffro cronicamente di dolori molto intensi e ho capito che queste situazioni devo viverle da solo. Sento la preoccupazione delle persone che mi stanno vicino e che non possono fare niente per aiutarmi. Quando i dolori sono forti mi chiudo in me stesso e si crea un clima di nervosismo che non aiuta. Mi piacerebbe trovare un equilibrio per vivere i momenti difficili senza aumentare inutilmente la tensione, che oltre ad essere inutile crea dolore nel dolore.

Massimiliano carissimo,
prima di risponderti ho pregato il mio e il tuo Angelo Custode perché mi suggerisca le parole del cuore; esse sono l’unica medicina che può aiutarti a vivere la tua vita anche in condizioni di inabilità così grave. Mi sento tanto povera e incapace di farlo. Conosco persone come Ambrogio Fogar e Nino Baglieri (caduto da un’impalcatura, è rimasto per tutto il resto della vita nelle tue stesse condizioni) che hanno testimoniato a tutti quelli che li conoscevano che la vita non vale per quello che si fa, ma per quello che si è. Mi hai scritto che questa esperienza la devi vivere da solo. No Massimiliano, se la vuoi vivere da solo vai a fondo, anneghi.

Occorre viverla insieme perché questo ci ha insegnato il Vangelo. Insieme ci salveremo, oppure insieme periremo tutti. Vedi? Se parli ai medici di questo tuo stato di depressione, ti danno una pillola anti-depressiva o ti mandano dallo psicologo, ma la vera cura (non solo nel tuo caso) è l’amicizia, l’amore, un bacio, una carezza, uno che ti sprona e ti invita a fare una corsa con lui spingendo la tua carrozzella, un altro che ti dice: “Ho sentito la tua mancanza, non vedevo l’ora di tornare”, quando per ragioni diverse si era dovuto assentare. Anche la notte più buia si illumina quando ti sfiora una carezza.
Sei importante Massimiliano, sei importante prima di tutto perché sei figlio amato da Dio nostro Papà e sei nostro fratello. Sei importante perché senza parlare ci aiuti a scoprire il dono grande che è la vita, anche nelle tue condizioni.
Carlo Marongiu - il marito di una mia amica, morto l’anno scorso di SLA dopo undici anni di malattia - senza poter parlare, scrivere, mangiare, respirare da solo, ha dettato a sua moglie questo pensiero, col movimento delle palpebre: “Si può dimenticare il degrado del proprio corpo se lo sguardo di chi sta accanto è uno sguardo di tenerezza”.

Carissimo Massimiliano, termino così la mia risposta semplice e dettata dal cuore, come un’amica che desidera saperti felice e ti invita a saper godere la vita per tutto quello che ti dà: l’aria, il sole, gli amici. Ti auguro che intorno a te fioriscano sguardi di tenerezza, ma che anche tu possa guardare gli altri sorridendo.
Il sorriso è una calamita, credilo, lo so per esperienza. Sorridi, sorridi. Questo sì puoi farlo, Massimiliano, anche se sei tetraplegico, e la tua vita cambierà.
Ti voglio bene, prego per te e con te.

Per conoscere Carla Zichetti e le sue iniziative a sostegno del mondo della sofferenza:
bricioledisperanza.it

CARLAZICHETTI RISPONDE - Rubrica della rivista Nuovo Progetto

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