La grotta che appartiene al mondo

Pubblicato il 09-08-2012

di Gian Mario Ricciardi

di Gian Mario Ricciardi - La rinascita della Chiesa comincia proprio ai piedi di Maria. In tutto il mondo, ma prima di tutto dentro di noi.

Una sera come tante, la passeggiata nella Lourdes dei ricordini, il lento scorrere di qualche pullman, poi improvvisamente all’imbocco dell’Esplanade quel canto che t’avvolge e ti prende tutto. Così non l’avevo mai sentito. Saliva da una fiumana di flambeaux ed un groppo in gola mi ha bloccato. Io, cronista, che ne ho viste di tutti i colori, mi sono sentito piccolo e fragile come un bambino. Con gli amici arrivo alla grotta e qui, inconsapevolmente, le lacrime hanno cominciato a rigarmi il volto. Non potevo evitarle, ma furtivo le ho asciugate perché nessuno se ne accorgesse. Ancora ora mi chiedo: perché?
Era l’estate del 2008. Andavo a Santiago de Compostela. Da allora capisco perché le chiese sono sempre più vuote e i santuari pieni: 10 milioni a Guadalupe, 6 a Lourdes, 4 a Czsestochova, Fatima, Medjougorje. La rinascita della Chiesa comincia proprio ai piedi di Maria, in tutto il mondo. Prima di tutto dentro di noi.
Ci sono chiese che chiudono, matrimoni religiosi in picchiata (a Torino dimezzati in vent’anni, a Venezia superati da quelli civili), crollano i battesimi (a Roma si è passati dall’80 per cento del 2000 al 45 per cento oggi) ed il grande freddo prende radici tra i banchi mentre le comunità di credenti sembrano sospese tra il guardare avanti ed il tempo andato. Ma quando ci sono apparizioni, storie straordinarie che coinvolgono uomini, donne, bambini la religiosità si riaccende ed il cero consumato alla base si ravviva.

Gli italiani sono il top dei fedeli in Bosnia, l’ultima pagina, l’ultima tappa dell’attenzione della Madonna ai destini della terra. Si prega, si prega tanto, si fanno lunghi percorsi a piedi, sui sentieri, sulle strade sterrate, sulle pietre. Cercando una luce, un segno. Sono le contraddizioni della fede nel 2012. Siamo passati dai 68 mila preti del ‘90 ai 28 mila di oggi. Siamo spaesati ed anche a volte inconsci interpreti di quella società che papa Ratzinger definisce “del Dio diventato il grande sconosciuto”, e ci abbandoniamo, sempre più spesso, ad un percorso spirituale tutto nostro: ognuno accelera sul quel valore che più lo affascina o colpisce. Così i santuari si riempiono, le fiction che parlano di solidarietà fanno l’audience più alta, i pellegrinaggi sono uno dei pochi settori del turismo che non conosce crisi. Certo è la ricerca del soprannaturale, del dopo, del presente di sofferenza vissuto in una dimensione meno materiale, è il tentare a volte di riempire il vuoto lasciato da un persona cara. Ma è una ricerca che purifica, che affina, che coinvolge gente di Chiesa e gente di strada, cattolici con un percorso e critici osservatori laici.

Si prega, si prega tanto e piano piano, nei gruppi, nei santuari, nelle serate o nelle giornate di fede, quel qualcosa che non sai ti scava dentro, ti scava l’anima, ti cambia, ti trasforma: cos’è e perché? Meno messe, meno funzioni, più colloqui ideali. E allora la Chiesa stessa cambia: come a Catanzaro dove in un centro commerciale c’è anche una cappella, la prima in Italia, e a Bergamo dove i frati cappuccini predicano tra i negozi dell’Oriocenter e a Torino dove il vescovo Cesare Nosiglia chiede ai sacerdoti di andare dove va la gente: nelle pizzerie, nei supermercati, negli stores. Non è solo religione fa da te, non è solo quel relativismo religioso così spesso denunciato fortemente dal papa, è qualcosa di più. Forse sono le prime tracce della fede che emergerà dalla profonda recessione economica, sono tentativi di recuperare la dimensione trascendentale e verticale della vita dopo lustri di tecnicismo esasperato che ci ha portato alla crisi. Forse è l’ultimo disperato affondo per ridare all’anima quel posto d’onore nella vita che le spetta e che ha avuto, soprattutto nel passato. Forse. L’importante è che dopo anni di sonno della fede, di indifferenza, di buio, di zona grigia, qualcosa si muova e la zona grigia cominci a dissolversi.

Today – Rubrica di Nuovo Progetto

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