Sobrietà

Pubblicato il 09-08-2012

di Corrado Avagnina

di Corrado Avagnina - La crisi impone soprattutto alle famiglie, genitori e figli, stili di vita caratterizzati da essenzialità e solidarietà.

Non è agevole provare a imbastire un ripensamento, in famiglia, a carte scoperte, soprattutto con i figli adolescenti, sulla crisi che tocca pesantemente il bilancio domestico. Chi tra noi oggi ha i capelli grigi ricorderà gli anni ’50 o ’60 quando occorreva mettercela tutta per risalire la china, dopo il disastro della guerra. Ma allora c’era una speranza davanti, ci si organizzava per ricostruire, per crescere, per dimenticare il passato… Si facevano sacrifici, eccome. Ma si era animati da una spinta condivisa e motivata. Poi si arrivava dal peggio e si cercava di migliorare. I genitori – con un po’ di enfasi e con tanta fiducia – avevano come obiettivo primario di evitare ai figli la giovinezza mortificata al massimo che loro aveva vissuto. Insomma si rimboccavano le maniche, confidando che non si poteva che fare meglio.

Adesso le condizioni sono diverse. Indubbiamente siamo dentro un tenore di vita che non ha paragoni con quanto accadeva cinquant’anni fa. Ma intanto non ci sono più i soldi, almeno non ci sono più i soldi sufficienti, rispetto ad abitudini e scadenze. Dal caro-benzina in giù o in su, bisogna ripensare un po’ tutto. Le certezze del domani non sono più troppo sicure. Beh, ci sarà ancora chi potrà spassarsela. Ma saranno sempre meno. Le contraddizioni non mancano mai, anche quando dominano le vacche magre. Ma in realtà, ciò che brucia oggi è appunto la crisi, nei suoi vari risvolti, anche concretissimi. E, tornando al bilancio familiare, che si riduce nelle sue entrate e si consuma nelle sue uscite (tutto rincara, comprese le tasse), c’è bisogno di essere lucidi, parlandosi chiaro, tra genitori e figli, per non illudersi, per stare con i piedi per terra, per soppesare lo stile di vita. Deve essere proposta inevitabilmente la sobrietà, che è attitudine non facile, soprattutto quando si è abituati male, anzi... troppo bene. E ci si deve ridimensionare. E questa operazione non indolore devono praticarla anche i ragazzi e gli adolescenti che ai no sono poco inclini. Rispetto a cinquanta-sessanta anni fa, le differenze sono tante. Oggi si deve tagliare, allora si doveva sudare per riprendersi. La prospettiva odierna non è lì per lì incoraggiante, non solo perché non è piacevole adesso avere di meno rispetto allo sforzo che si faceva allora per avere di più. In effetti, non si sa bene cosa ci attenda dietro l’angolo. Anche volendolo, quel lavoro che decenni fa era la nostra ricchezza, oggi non si trova.

La sobrietà da spiegare alle nuove generazioni non può che essere allora un appello serio e consapevole alle coscienze, per non sprecare, per ricordarsi che tutto va essenzializzato, che ci si deve anche accontentare, che soprattutto occorre condividere, che bisognerà nuovamente rimboccarsi le maniche per inventare nuovi lavori, per ottimizzare le risorse minori a disposizione, per creare reti che sostengano vicendevolmente, per riprendere le misure alle cose, per non pretendere tutto e subito, per smitizzare le mode che costano, per gustarsi le situazioni ordinarie ed alla portata, per recuperare umanità dentro le criticità che affliggono.

Insomma si potrà provare insieme a programmare le spese, sapendo che non ci sono più i soldi di una volta, o anche solo di un anno fa. Può essere un terreno di confronto anche salutare, per guardarsi in faccia tra genitori e figli, sapendosi tutti dentro la stessa barca, di cui farsi carico, proporzionalmente all’età. Discorsi duri? Sì, ma a volte servono. Perché ci si sta giocando una partita decisiva tra l’essere e l’avere.

Quarta Pagina – Rubrica di Nuovo Progetto

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok