Senza, proprio non si può!

di Elena Goisis - Si è fatto un gran discutere di scuola a fine luglio scorso. Il titolo allarmistico di un quotidiano nazionale mi aveva fatto restare con il fiato sospeso, dopo che l’Unione delle Province aveva messo in dubbio la riapertura a settembre causa tagli finanziari. Mi era passato davanti agli occhi un film dell’orrore: scuole chiuse, ragazzi a casa soli davanti a un computer o in giro ad ammazzare il tempo, mesi di crescita persi in un’età nella quale ogni giorno lascia un’impronta indelbile. Mi chiedevo: come può sentirsi valorizzato un ragazzo al quale neghiamo la scuola mentre i più sofisticati aerei militari rompono la barriera del suono sopra la sua testa e costosissime auto blu continuano a sfrecciargli accanto?

Per me la scuola non è mai stata un peso. Probabilmente anche grazie ai miei genitori, che mi hanno trasmesso passione per la cultura mostrandomi in concreto quanto serve alla vita. E grazie ad alcuni insegnanti, innamorati della loro materia ma anche di noi ragazzi, che sapevano prenderci per mano per guidarci in mondi sconosciuti. Così l’avvicinarsi della riapertura era un’attesa gioiosa (all’epoca, ai primi di ottobre, e anche questo era un elemento di fascino, perché incontravi subito Cristoforo Colombo che scopriva un mondo nuovo).

Avevi voglia di ritrovare i compagni, di raccontare le tue avventure estive, curioso dei nuovi stimoli che avresti ricevuto... Devo essere sincera, e a distanza di anni posso ben dirlo: nulla di ciò che ho imparato è stato inutile. Perfino l’algebra e la chimica, che mi premuravo di dimenticare subito dopo l’interrogazione, hanno comunque sviluppato la mia capacità di ragionare per collegamenti. Cosa sarei stata senza la scuola? Conto che i timori di luglio siano ormai uno scenario superato. Ma il messaggio resta: cari amici giovani, tenetevela stretta la scuola, e fatene buon uso. Senza, proprio non si può!