Mar de la fogna al sol

Pubblicato il 28-03-2013

di Carlo Degiacomi

di Carlo Degiacomi - Noi che abitiamo in Italia tendiamo ad ignorare quanti meccanismi di servizi siamo riusciti negli ultimi decenni a consolidare e ad ampliare. Ad esempio riceviamo in casa acqua pulita, potabile, da bere (anche se poi spendiamo tanto in acque minerali), ma soprattutto dalle nostre case escono acque nere e bianche cariche di sostanze inquinanti che abbiamo introdotto nell’acqua nelle nostre case, sia per i nostri bisogni, che per lavare il nostro corpo, i vestiti, i pavimenti...

ALCUNI DATI
Qualcuno ci pensa e infatti ci sono i tubi che portano via tutto, sono le fogne: dove vanno? Spesso non sappiamo neppure chi le gestisce (l’azienda che si occupa di farci arrivare l’acqua potabile al nostro rubinetto). E quali sono i costi per questo servizio (li paghiamo in bolletta insieme al costo dell’acqua potabile)? Questa semplice operazione richiede una rete complessa (chilometri di tubi che si incrociano e si immettono gli uni negli altri), sempre più dotata di depuratori in ogni regione del nostro Paese, con la speranza che tutti arrivino a funzionare bene e restituire alla natura acqua senza più inquinanti nocivi, facilmente reintegrabile nel ciclo naturale. I migliori depuratori riescono anche a restituire con un acquedotto al contrario l’acqua per usi industriali e agricoli.

Ma che cosa succede nel resto del mondo? Prima una buona notizia: l’89% della popolazione mondiale oggi può consumare acqua potabile. 2 miliardi in più rispetto al 1990, quando ci si pose l’obiettivo a livello mondiale di dimezzare la percentuale di persone senza accesso all’acqua potabile, obiettivo raggiunto oggi con 3 anni di anticipo. Ma c’è ancora molto da fare! 770 milioni di persone continuano ad avere a disposizione solo acqua sporca. Il problema principale è costituito dai servizi igienici e dalla situazione delle fogne. Occorre almeno impedire che l’acqua potabile si mischi con le acque sporche diffondendo malattie. Nel mondo 2,6 miliardi di persone su 7 non dispongono di servizi igienici. Il prezzo da pagare in termini di salute e di decessi è enorme. Un grammo di feci può contenere 10 milioni di virus, 1 milione di batteri, 1.000 cisti parassite e 100 uova di vermi.

Ma solo i batteri possono essere benefici: il corpo umano ha infatti bisogno dei batteri per funzionare. Tutto il resto, a partire dai virus, sono causa di malattie e di morte. Piccole particelle fecali possono contaminare l’acqua, il cibo, le posate, le scarpe e possono essere ingerite, bevute o involontariamente mangiate.

Le persone che vivono in zone con un sistema fognario inadeguato ingeriscono giornalmente 10 grammi di materiale fecale. La mancanza di scarichi fognari, le condizioni igieniche inadeguate e l’acqua contaminata, per lo più da particelle fecali, causano un decimo delle malattie mondiali. Sono i bambini ad essere i più colpiti. La diarrea – che per il 90% è causata da cibo o acqua contaminati da feci – uccide un bambino ogni 15 secondi.

EPIDEMIE IN AGGUATO
L’essere umano medio spende 3 anni della sua vita andando al gabinetto. Al di là dei wc esistenti o meno, che cosa succede alle acque di scarico? Ancora in troppi Paesi in via di sviluppo vengono semplicemente spostati da qualche altra parte. Si valuta che l’80% degli scarichi mondiali finiscano tali e quali nei fiumi, nei laghi e nei mari. Gli escrementi contengono azoto e fosfato che possono far crescere le piante, ma anche mettere in difficoltà la vita nell’acqua perché assorbono l’ossigeno disponibile. Possono essere sia un alimento che un veleno. Possono contaminare e coltivare insieme.

I romani (ricordiamo la loro genialità non solo nel creare gli acquedotti ma anche nel costruire la cloaca massima) capirono che tenere separate le acque potabili dalle acque di scarico era l’unico modo per evitare gravi epidemie e malattie. Spesso nei tempi successivi queste conoscenze si persero e si passò da epidemia in epidemia, con l’incubo della situazione igienica nelle città di ogni dimensione. Gli sforzi ancora nel ‘800 e ‘900 per trasformare le città europee in città salutari e igieniche sono stati enormi e continui.

È stato calcolato in ambito ONU che in tutto il mondo dotare le città di sistemi fognari costerebbe circa 100 miliardi di dollari, ma questa spesa porterebbe ad un risparmio anche solo economico 6-7 volte superiore.

IGIENE E SALUTE
I benefici derivanti dal miglioramento delle condizioni igieniche sono enormi.

Il rapporto delle Nazioni Unite sulla salute mondiale scrive: 1,8 milioni di bambini ogni anno muoiono per la mancanza di acqua potabile e di servizi igienici. Questa cifra rende evidente che nessun conflitto o guerra genera una devastazione così ampia come quella derivante dalla mancanza di questi aspetti sanitari. Troppe case al mondo non hanno gabinetto né dentro, né fuori, né soluzioni pubbliche nelle proprie vicinanze. Questo tema spesso non ha il rilievo che dovrebbe negli impegni internazionali. In tutto il mondo di parla di trasformare le città in Smart City, ma è difficile procedere su questa strada dove mancano i servizi essenziali e tra questi il sistema fognario, che è certamente un aspetto fondamentale del concetto stesso di città e di ambiente urbano. La soluzione può anche non stare nello sciaquone, come lo conosciamo noi, nelle fogne esattamente copiate dalle esperienze occidentali. Ma qualche soluzione va trovata ovunque. Non è detto che le soluzioni in ogni Paese e città del mondo debbano essere uguali, ma il risultato finale sì. In ogni luogo si deve tenere a distanza l’acqua potabile dalle acque di scarico, dai rifiuti, dalle acque nere di fogna, dai nostri scarti organici, sia per amore verso l’uomo che per amore verso la natura. Il problema in ogni luogo è di gestire gabinetti, latrine e i loro contenuti in forme adatte ad ogni realtà.

OPPORTUNITÀ
In varie realtà si cerca di utilizzare le deiezioni per trasfomarle in concime, compost, per produzione di biogas. In alcune situazioni si separano i solidi dai liquidi che vengono poi disidratati e trattati, con apparecchiature che alzano la temperatura a oltre 70%, arrivando a trasformare quanto è dannoso e liquido in qualcosa di secco e sicuro che si possa utilizzare nei campi come ammendante.

Ogni gestione può essere utile ed efficace se è in grado di neutralizzare gli agenti patogeni. In troppi luoghi del mondo ci sono inurbamenti complessi e problematici, le baraccopoli, le bidonville dove, come si è fatto per decenni nelle città occidentiali, è urgente trovare modi migliori per smaltire gli escrementi umani.

Discutiamo su cosa non dobbiamo buttare nelle nostre fogne per prevenire e favorire la depurazione. Ci sono priorità. Si tratta di capire come si devono gestire anche con investimenti fogne vecchie e nuove, depuratori, usi diversi e possibili anche delle acque reflue. In ogni zona del mondo le fogne o altre soluzioni trovate spesso combattono con i rischi delle precipitazioni e delle inondazioni, specie quando superano i livelli normali per diventare eventi eccezionali; il problema diventa come tentare di non fare tracimare le fogne. Un tema complesso che può essere aggredito dal concorso comune di governi, associazioni umanitarie, ong, comunità e singoli. Dovrebbe essere un grande terreno di ricerca, di sperimentazione, di impegno in ogni parte del mondo, forse un tema di cui parlare di più e su cui comunque impegnarsi con determinazione.

Illustrazione di Giampiero Ferrari

Dalla rubirca di NP A COME AMBIENTE

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