Tanta roba

Pubblicato il 04-02-2014

di Marco Grossetti

di Marco Grossetti

TUTTO VERO

Sul campo dove si allenano i bambini e i ragazzi della scuola calcio Total Sport è tutto vero. La voglia e la fatica, le vittorie e le sconfitte, la rabbia e la gioia. L’unica cosa finta è l’erba, ma non è un problema, quella sintetica oramai la calpestano anche i campioni che giocano in Champions League. Nello stesso momento, a pochi metri di distanza, corrono dietro il pallone anche bambini e ragazzi che apparentemente non hanno nessun problema. Una riga bianca di gesso divide il campo in due, ma non ci sono barriere e recinti, lettere h sulle tute o sulle magliette per distinguere tra giusti e sbagliati, normali e diversi. Da una parte e dall’altra ci sono gli stessi ostacoli da saltare, gli stessi palloni per fare goal, la stessa erba finta su cui correre. E gli stessi sogni da realizzare.



TUTTO AL CONTRARIO

Total Sport ha un referente per l’area tecnica ed uno per l’area educativa, che sotto la supervisione di una psicologa e la direzione tecnica di Attila Malfatti, allenatore dei giovanissimi della Juventus, cercano di aiutare le persone a stare bene attraverso il calcio. Tutto è iniziato quando Davide Leonardi, l’organizzatore della scuola calcio, anima del progetto, e Attila, andando a giocare con i loro amici erano sempre accompagnati da Micaela, una ragazza down che li seguiva sempre facendo il tifo per loro. Spostava le porte, portava i palloni, riempiva le borracce. Loro, quelli normali, giocavano, e lei, quella diversa, guardava. Davide un giorno ha pensato che sarebbe stato molto più normale il contrario: lui a fare il tifo, spostare le porte, portare i palloni e riempire le borracce, i ragazzi e le ragazze come Micaela a giocare.



TUTTO UGUALE

Allora ha iniziato a fare ricerche sul calcio e sulla disabilità per capire cosa poteva fare. In Inghilterra ha scoperto un mondo diverso davvero: squadre di calcio in ogni città e una lega nazionale parallela alla Premier League. Il progetto Total Sport è partito ad ottobre 2012 ed in pochi mesi i bambini e i ragazzi con disabilità fisica o mentale coinvolti sono diventati trenta. Davide racconta che non devono essere trattati in maniera diversa perché non hanno niente di diverso. L’idea è quella di insegnare loro il calcio in modo professionale: quattro allenamenti alla settimana, lavorando sulla parte tecnica, tattica ed atletica per provare a diventare davvero una squadra. Il campo è uno spazio felice dove possono respirare allegria e fiducia, sbagliare senza essere giudicati, essere liberi di andare piano. Tutto quello che imparano, poi, serve nella vita di tutti i giorni: comportarsi in un gruppo, perdere senza smettere di giocare, aspettare il proprio turno, accorgersi che esistono anche gli altri.



TUTTA ITALIA

Il prossimo anno Total Sport ha in programma di aprire in giro per l’Italia dieci nuove Academy come quella di Torino, guidate ognuna da un’equipe multidisciplinare in cui la parte tecnica ed educativa saranno curate con una programmazione settimanale, semestrale ed annuale per sviluppare un metodo, un percorso e degli appuntamenti comuni per tutte le scuole calcio. L’idea è quella di fare incontrare in due location diverse tutte le Academy per due appuntamenti a metà e a fine anno: un campionato di apertura ed uno di chiusura, come si fa in Argentina. Il progetto è totalmente gratuito per i bambini e i ragazzi che partecipano: come qualsiasi altra squadra, Total Sport è alla ricerca di sponsor perché ogni scuola calcio costa settantamila euro all’anno. Anche per questo è in fase di creazione una linea di merchandising, per diffondere il messaggio e lo stile Total Sport, come fanno le squadre dell’NBA: una mascotte, le cheerleaders, un album di figurine ed ogni tipo di gadget. Per finanziare ogni Academy, ma soprattutto per regalare a questi bambini e a questi ragazzi il sogno di fare parte di una vera squadra di calcio, come quelle che vedono in televisione.



TUTTO UN SOGNO

Ricky è uno dei piccoli campioni di questa squadra. Gioca con le stampelle e riesce a partecipare agli allenamenti soltanto una volta alla settimana perché abita fuori Torino. Allora aspetta sempre il suo momento più bello. Sabato mattina. Quando può correre e fare gol come tutti gli altri, andando soltanto un po’ più piano di loro. Davide e tutte le persone che lavorano con lui intanto non smettono di sognare. Per far diventare lo sport davvero totale hanno mille idee. Attivare un city-camp estivo in cui bambini e ragazzi disabili possano passare le loro vacanze facendo sport, aprire una scuola di rugby, portare un gruppo di ragazzi a Rio de Janeiro nel 2016 per vedere la Paraolimpiadi, creare una Lega Nazionale parallela alla serie A come hanno fatto in Inghilterra, partecipare ad un Mondiale di calcio per ragazzi disabili. Il sogno più grande però è quello di insegnare a giocare così bene a qualcuno di loro, da poterlo mandare dall’altra parte del campo senza che nessuno se ne accorga. Per adesso si accontentano di vedere Ricky fare gol, lanciare le stampelle al cielo ed esultare come se avesse appena vinto la Coppa del Mondo. Libero e felice, come tutti i suoi compagni di squadra.



Speciale - Quello che conta - 3/5 - NP di Marzo 2013

La corsa al denaro, al successo, al potere: la vera faccia di una crisi non solo economica. La via di uscita è la riscoperta delle cose importanti, di ideali più vicini di quanto si possa pensare. Perché abitano dentro il cuore dell'uomo.

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