Segreti d'ufficio

Pubblicato il 02-05-2016

di Carlo Degiacomi

di Carlo Degiacomi - Oggi 23 marzo, mentre sto scrivendo questo articolo, tutti i media parlano degli attentati di Bruxelles. Penso che i giornali dovrebbero sempre dare in prima pagina notizia delle vittime dei massacri compiuti in tutto il mondo in nome dell’estremismo islamico. La vita e la pace potranno prevalere solo se saremo capaci di opporci senza esitazioni a questa visione del mondo.
Ma nei media italiani, seppure impegnati su questi temi, tuttavia compaiono perché non è possibile farne a meno (li ho contattati anche nella data odierna) cinque notizie di corruzione, mafia e intreccio tra politica e malaffare, a partire dalle accuse pesanti di mafia ad un ex sottosegretario del partito di governo.
Rischiamo anche su questi aspetti di rassegnarci, di essere indifferenti. No, possiamo fare sempre qualcosa: ad esempio interessarci subito dei contenuti di una legge che deve essere emanata.

Cercate sul vocabolario il termine Foia. Su Wikipedia il significato è: eccitazione sessuale propria degli animali. Ma viene anche citato come acronimo di Freedom of information Act, la legge sulla libertà di informazione che ha visto la luce per la prima volta negli Usa il 4 luglio del 1966. Oggi, e siamo nel 2016!, noi con difficoltà ne stiamo parlando in Italia e può darsi che entro maggio si arrivi al testo da approvare. La possibilità di poter aprire gli archivi delle istituzioni dovrebbe entrare nella campagna elettorale per le amministrative.

Basta segreti nelle pubbliche amministrazioni. Per esercitare il diritto di critica e di opposizione molti cittadini cercano di farsi dare documenti e atti riguardanti appalti e scelte che vengono regolarmente nascosti, negati, forniti parzialmente, messi in frigorifero.
Provate a farvi dare i bilanci leggibili e interpretabili da parte di partecipate della Città di Torino. Provate come consiglieri a chiedere accesso agli atti e vedrete come sarete trattati!

La Foia Italy: si arriverà ad un testo utile? La Foia Italy potrebbe assicurare ai cittadini l’accesso a tutti gli atti della pubblica amministrazione, ad esempio i contratti stipulati dai Comuni con vari soggetti, senza oneri e senza l’obbligo di motivare le richieste. Una rivoluzione rispetto alla situazione attuale. Potrebbe anche permettere di avere accesso ai dati veri sull’ambiente, sull’aria, ai consumi energetici degli edifici pubblici, alle spese di un settore, agli edifici con amianto, agli accordi per le mense scolastiche, ai dati dell’inquinamento in alcuni luoghi, aziende... Per limitarci ai temi ambientali.

Oltre al titolo e alle aspettative ci saranno contenuti non deludenti? Il testo oggi in circolazione sembra annacquato e debole. Alcuni esempi: non si prevedono sanzioni in caso di inadempienze da parte delle amministrazioni; si fanno lunghi elenchi di eccezioni per cui gli Enti possono non rispondere; il testo è ambiguo anche su aspetti pratici. Ad esempio il cittadino deve essere in grado di fare domanda al settore che ha l’informazione richiesta, ma se sbaglia sono fatti suoi e quindi l’amministrazione può non rispondere. È stato formato un comitato, denominato Foia4Italy che ha iniziato a raccogliere firme (oggi è a quota 60mila firme) per ottenere modifiche significative. Diamo loro una mano.

Tecnologie e persone ci sono senza aggravi di costi: e allora? Oggi grazie alla tecnologia dovrebbe essere possibile un accesso vero e immediato ai quotidiani atti delle amministrazioni. Se un Comune non procede in questa direzione con marcia accelerata significa che è gestito male! Altro che parole vuote sulle Smart City! Dobbiamo poter conoscere anche noi in tempo reale le segnalazioni sulle buche stradali e su chi le sta tappando; quanti incidenti accadono in un corso e perché, in modo da correggere le regole del traffico in quei punti; i soggetti e gli obblighi dei soggetti che hanno stipulato accordi di servizi per poter controllare la corrispondenza degli stessi a quanto erogato e se vi sono controlli o no. Ci aiuterebbe a verificare i dati che ci riguardano, ma anche a conoscere se si stanno privilegiando sempre le stesse ditte.

Ci dobbiamo aspettare un vero miglioramento rispetto alla situazione attuale o no? Non ci vengano a dire gli amministratori che già oggi è possibile avere risposte ai quesiti, specie da parte di cittadini semplici, quando anche giornalisti esperti vengono ingannati!
La legge sulla trasparenza, per citare un articolo, oggi prevede che il richiedente possa porre quesiti e chiedere documenti amministrativi solo se ha un interesse “diretto, concreto e attuale”. Una parte delle persone che nell’ente pubblico non sono adeguatamente utilizzate, potrebbero essere impiegate nel rispondere seriamente ai cittadini che vogliono essere informati.
Persino il Consiglio di Stato ha espresso un parere sul testo in circolazione. Ha detto ad esempio che sarebbe tutto inutile se rimangono proposte come quella del silenzio-rigetto. Il testo dice: “Se la pubblica amministrazione non ha risposto entro 30 giorni, la richiesta si intende rifiutata”!

Parliamone, raccogliamo e raccontiamo le tristi esperienze di chi ha cercato di avere informazioni con vari mezzi ed è stato beffato dalle attuali gestioni degli uffici per la trasparenza regionali e comunali e dalla loro arroganza. Non confondetevi, dunque: la Foia è una premessa per esercitare quanto di più abbiamo oggi bisogno: controllare chi gestisce e governa grazie all’accesso a informazioni, documenti, atti, dati fondamentali.

Rubrica di Nuovo Progetto

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