Cambia il finale

Pubblicato il 26-07-2016

di stefano

di Stefano Caredda - Quel vecchio armadio vale due ore, il frigo ancora funzionante quattro, l’intera camera da letto non meno di sette ore. Ore di volontariato. Un tempo speso per una finalità sociale che oltre a recare vantaggio a singole persone o alla collettività vale anche il legittimo possesso di quell'oggetto, non proprio nuovissimo ma ancora utile, che altrimenti sarebbe stato destinato alla discarica. Si chiama Cambia il finale e questo progetto lo cambia davvero, tirando fuori il positivo da ciò che sembra ormai non avere alcuna utilità.

L’iniziativa è promossa da Hera in collaborazione con Last Minute Market, e si è diffusa in quasi tutta l’Emilia Romagna. Il meccanismo è semplice ma anche ingegnoso, e mette insieme la tutela dell’ambiente con il volontariato e la socializzazione. Il cittadino (ma anche l’impresa) che ha in casa un bene ingombrante, come un mobile, un divano o un elettrodomestico, invece di consegnarlo al servizio di raccolta rifiuti ingombranti può, nel caso in cui esso sia ancora funzionante e riutilizzabile, regalarlo ad una delle associazioni non profit che hanno aderito al progetto. Il ritiro è gratuito (un contributo a copertura dei costi può essere chiesto in caso di servizi aggiuntivi come lo smontaggio del mobile) e così si evita che l’oggetto diventi anzitempo un rifiuto, alimentando il circuito virtuoso del riuso. E si compie un gesto di solidarietà, donando beni alle onlus della propria città. Quelle impegnate nel progetto sono 19. Nel corso del 2015 sono state ritirate complessivamente 714 tonnellate di materiale, per circa 94mila pezzi. Dall’avvio del progetto (marzo 2014) le tonnellate di materiale recuperate sono 1200.

Dopo il ritiro, la palla passa alle singole organizzazioni non profit, che si trovano nella propria disponibilità beni materiali che sono chiamate ad usare per raggiungere le proprie finalità sociali. E qui gioca molto anche l’inventiva: c’è chi li rivende per autofinanziarsi, c’è chi prova ad utilizzarli direttamente (magari per arredare la sede che è stata appena aperta per proporre servizi a questa o quella categoria di persone), e c’è chi cerca soluzioni alternative. Una di queste è venuta a Piazza Grande, l’associazione per i senza dimora di Bologna, che da anni riutilizza non solo mobili ed elettrodomestici, ma anche vestiti, libri, giocattoli e piccoli elettrodomestici, sia per i propri utenti sia per finanziare i propri progetti.

L’idea nuova è proprio quella di vendere questi oggetti in cambio di ore di volontariato. Nel vero e proprio Mercato Piazza Grande i visitatori possono scegliere fra alcuni particolari pezzi e – dopo aver lasciato i dati necessari per essere ricontattati e un’indicazione di massima circa la disponibilità a donare il proprio tempo – possono portarli via senza pagare. “Ognuno – dice Alessandro Tortelli, presidente dell’associazione Amici di Piazza Grande – può scegliere in base alle sue attitudini o competenze di dedicare un po’ del suo tempo a una delle attività che l’associazione porta avanti a favore delle persone senza dimora, come l’unità mobile, la scuola per i senzatetto o le attività per i migranti”. Un modo innovativo di alimentare il volontariato e di favorire l’impegno personale e la conoscenza delle realtà della propria città.

Per Cambia il finale nel 2015 Piazza Grande ha registrato 1.373 contatti telefonici e ha ritirato materiale per oltre 100 tonnellate. I mobili raccolti sono stati utilizzati per arredare 93 appartamenti destinati ad accogliere persone senza dimora (a oggi sono 87 gli adulti e circa 66 le famiglie inserite) e per allestire lo spazio espositivo del Mercato di Piazza Grande. “Obiettivo del Mercato è arredare casa per chi non ce l’ha, dare un lavoro a chi non ce l’ha e ridurre lo spreco – spiega Tortelli – E grazie alle vendite di mobili e oggetti del Mercato l’associazione ha dato lavoro anche a 11 persone svantaggiate”. Mica male, partendo da una serie di oggetti destinati alla discarica.







Rubrica di NUOVO PROGETTO


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