Porta santa mobile

Pubblicato il 20-09-2016

di Aldo Maria Valli

di Aldo Maria Valli - Può essere portata da quattro persone, grazie a una sorta di piccola piattaforma. Di legno chiaro, semplice, è decorata con ghirlande di fiori. È la porta santa mobile, voluta da monsignor Luciano Capelli, salesiano italiano, vescovo della remota diocesi di Gizo, nelle Isole Salomone, in Oceania. «Qui da noi – spiega monsignor Capelli – la maggior parte della gente vive talmente isolata nelle varie località dell’arcipelago che non ha nessuna possibilità di recarsi alla cattedrale o in un’altra chiesa importante per celebrare il giubileo della misericordia». Ecco così l’idea: una porta santa mobile e itinerante, portata a tutti, dal capoluogo alle zone più lontane della diocesi, che conta circa dodicimila battezzati su un totale di oltre centomila abitanti.

Arrivato nelle Salomone sedici anni fa, dopo più di trenta trascorsi nelle Filippine, monsignor Capelli di solito indossa non l’abito talare ma una maglietta su cui è scritto bishop Luciano. Abituato a far fronte a situazioni fuori dal comune, si sposta da un’isola all’altra a bordo di un velivolo ultraleggero. Il brevetto l’ha preso in Italia e la gente dell’arcipelago lo chiama il vescovo volante.
Per due mesi un gruppo di volontari ha letteralmente trasportato la porta in giro per la diocesi, offrendo a tutti la possibilità di fare il cammino di riconciliazione e penitenza al centro dell’anno santo.
Accolta dai fedeli sulla spiaggia, la porta santa è arrivata via mare ed è rimasta tre giorni in ogni località, accompagnata da veglie di preghiera, celebrazioni liturgiche, formazione catechetica sul significato del giubileo e amministrazione del sacramento della confessione e dell’eucaristia. Non sono mancati dialoghi di riconciliazione tra persone, famiglie e gruppi in conflitto.

Papa Francesco ha chiesto esplicitamente di celebrare il giubileo della misericordia nelle chiese locali più che a Roma. Porte sante, pertanto, sono state aperte in ogni diocesi, nelle chiese cattedrali ma anche in quelle più decentrate. E così monsignor Capelli si è organizzato: se per i fedeli, sparpagliati sulle mille isole che compongono l’arcipelago delle Isole Salomone, è pressoché impossibile recarsi nella capitale Honiara per attraversare la porta santa, ecco che la porta santa è andata da loro.
«I sacerdoti – riferisce il vescovo – sono rimasti sorpresi dalla carica spirituale generata dal pellegrinaggio della porta santa. È bello quando la gente ha la possibilità di ricominciare, lasciarsi il passato alle spalle, fuori dalla porta, trasformando gli errori e i conflitti in occasioni di rinnovamento e di crescita per non ripetere gli stessi errori».

A quanto risulta, il caso delle Isole Salomone non è l’unico: un’altra porta santa mobile è stata realizzata nel Galles da monsignor Peter Brignall, vescovo di Wrexham. In questo caso si tratta di una porta bianca, di legno e richiudibile, ogni volta caricata su un carretto e trasportata nelle diverse località a beneficio delle tante persone anziane che non sono in grado di recarsi in chiesa.








Rubrica di NUOVO PROGETTO

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