Sradicare il male alla radice

Pubblicato il 20-10-2016

di Domenico Agasso

di Domenico Agasso jr - Bisogna sradicare l’orgoglio, la cupidigia e la vanagloria, che è la peggiore delle tre. Perché la vanità «trucca la nostra vita, ci fa male e ci porta alla truffa». È il monito di papa Francesco.

Il Vangelo descrive il re Erode inquieto perché, dopo avere ucciso san Giovanni Battista, si sente minacciato da Cristo. Osserva il Pontefice: «C’è nell’anima nostra la possibilità di avere due inquietudini: quella buona, che è l’inquietudine» che «ci dà lo Spirito Santo e fa che l’anima sia inquieta per fare cose buone»; e poi «la cattiva inquietudine, quella che nasce da una coscienza sporca».

Le persone che hanno «fatto tanto male, che fanno del male e hanno la coscienza sporca e non possono vivere in pace, perché vivono in un prurito continuo, in una orticaria che non li lascia in pace… Questa gente ha fatto il male, ma il male ha sempre la stessa radice, qualsiasi male: la cupidigia, la vanità e l’orgoglio». Tutte e tre le radici «non ti lasciano la coscienza in pace, non lasciano entrare la sana inquietudine dello Spirito Santo, ma ti portano a vivere così: inquieti, con paura».

La vanità, dicevamo. Francesco sottolinea che la vanità «non ha lunga vita, perché è come una bolla di sapone. La vanità non ci dà un vero guadagno. Quale guadagno viene all'uomo per tutta la fatica con cui si affanna? Si affanna per apparire, per fingere, per sembrare. Questa è la vanità».

Evidenzia il Papa: «Se uno trucca la propria vita per apparire, per sembrare, e tutte le cose che fa sono per fingere, per vanità, ma alla fine cosa guadagna? La vanità è come una osteoporosi dell’anima: le ossa di fuori sembrano buone, ma dentro sono tutte rovinate». La vanità «ci porta alla truffa». Insiste Francesco: così come i truffatori «segnano le carte» per vincere e poi «questa vittoria è finta, non è vera. Questa è la vanità: vivere per fingere, vivere per sembrare, vivere per apparire. E questo inquieta l’anima». Rileva il Vescovo di Roma: «Quanta gente noi conosciamo che sembra… “Ma che buona persona! Va a Messa tutte le domeniche. Fa grosse offerte alla Chiesa”. Questo è quello che si vede, ma l’osteoporosi – afferma – è la corruzione che hanno dentro. C’è gente così – ma c’è gente santa pure! – che fa questo».

Ecco dunque che cosa compie la vanità: «Ti fa apparire con una faccia di immaginetta e poi la tua verità è un’altra». Il Papa indica allora dov’è «la nostra forza» per reagire e non esserne vittime, la «sicurezza, il nostro rifugio»: nelle «parole di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita”». Questa «è la verità – conclude – non il trucco della vanità. Che il Signore ci liberi da queste tre radici di tutti i mali: la cupidigia, la vanità e l’orgoglio. Ma soprattutto della vanità, che ci fa tanto male».

 




 
Rubrica di Nuovo Progetto

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