Felicità eudaimonica

Pubblicato il 23-11-2016

di Pierluigi Conzo

di Pierluigi Conzo - Quante volte sentiamo che la nostra vita ha un significato, uno scopo? Gli studiosi della felicità utilizzano questa domanda per analizzare la cosiddetta felicità eudaimonica, concetto caro alla filosofia ellenica (in particolare ad Aristotele), che si affianca ad un’altra dimensione del benessere largamente studiata, la felicità edonistica.

La felicità eudaimonica si basa sulla piena realizzazione di sé attraverso la conoscenza del proprio daimon, uno spirito presente in tutti fin dalla nascita che custodisce le proprie originali potenzialità. Aderendo ad esso e orientando i propri talenti verso l’eccellenza (areté), la virtù e l’auto-realizzazione, si vive una buona vita, lontano cioè da quei desideri che non costituiscono nutrimento per la natura umana e che generano, invece, una felicità soltanto temporanea, fondata sul piacere. Una felicità edonistica, appunto. Quest’ultimo tipo di felicità genera un benessere solo momentaneo in quanto è frequentemente sul rullo dell’abitudine, della aspirazioni (e della loro mancata realizzazione) e dei confronti sociali.

Probabilmente la virtù sta nel mezzo, in un’ottima combinazione delle due dimensioni della felicità, mantenendo aderenza a se stessi e alle proprie capacità.

Numerosi studi medici e psicologici mostrano una relazione positiva tra felicità eudaimonica (scopo e significato nella propria vita) e salute. Ad esempio, chi fa volontariato in tarda età – un’attività correlata ad alti livelli di felicità eudaimonica – tende ad adottare stili di vita più attivi ed è pertanto meno soggetto a sintomi depressivi dannosi per la salute. Inoltre, chi dichiara alti livelli di scopo e significato nella propria vita tende ad essere più attento al proprio stato fisico e si sottopone più frequentemente a controlli medici, si riprende più rapidamente da eventi traumatici e da eventi che inducono stress, gode di una migliore regolazione dei sistemi fisiologici e dei meccanismi cerebrali ed è in grado di mantenere un funzionamento ottimale del proprio sistema biologico.

Dato il peso fiscale della sanità pubblica nei Paesi europei, caratterizzati da scarsa fecondità e invecchiamento della popolazione, espandere politiche di sostegno a questa dimensione eudaimonica di felicità sembra quindi una buona strada per sostenere comportamenti civicamente virtuosi ed aumentare la qualità della vita di giovani e anziani.



 


Rubrica di Nuovo Progetto

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