Il rosso

Pubblicato il 10-12-2016

di andrea

di Andrea Go - Quando andavo a scuola, se qualcuno citava il papa, che nella fattispecie era Giovanni Paolo II, si apriva uno squarcio nel cielo e si levava un coro di dissensi, a prescindere. Anche io amavo infierire nei modi più fantasiosi, ma le frasi erano banali (anche se a noi suonavano rivoluzionarie) perché più o meno sempre le stesse: “I preti sono tutti bipp”, “Parlano di povertà poi vivono nel lusso”, “Perché non vendono il Vaticano e danno i soldi ai poveri?”, tutte cose sacrosante.

Ma all'epoca la questione più inaccettabile era il no al preservativo. Tra i banchi di scuola la Chiesa era colpevole del dilagare dell’aids. Eravamo dei brufolosi coi baffetti e l’apparecchio, reietti ignorati da qualsiasi femminuccia, ma non potevamo tollerare che la Chiesa ci volesse impedire cose lontane da noi anni luce. Era una questione di principio.

Morto un papa se ne è fatto un altro e i discorsi si sono spostati verso un nuovo nemico. Il povero Benedetto più o meno veniva liquidato dalle sue stesse scarpe rosse, si vociferava regalate da Prada. Queste non erano tollerate da nessuno. L’infamia era suprema. Il giudizio schiacciante. Personalmente non sono mai riuscito a dialogare oltre con nessuna persona.

“Ne riparleremo quando avrà cambiato scarpe” si diceva in giro. Infatti ero lì lì per scrivere una lettera al pontefice per fargli presente la questione: “Caro Benedetto potrebbe per favore cambiare colore alle scarpe, così da darmi la possibilità di andare avanti con il discorso con i miei amichetti? Cordialmente la ringrazio”, ma niente, poi si è dimesso e non l’ho mai fatto. Poi è arrivato Francesco che miracolosamente grazie al suo carattere ha superato la barriera del suono, e la gente (molta) lo ha accettato... ma solo lui. Certo si è preso del comunista e qualche giornalista un po’ sgangherato sostiene che sia l’anticristo. Ma intorno a lui, gli altri hanno sempre qualcosa di rosso. E questo si sa alla gente non piace. Quindi niente, anche qui non si riesce ad andare avanti col discorso...

Il problema di noi umani – forse – è quello di ambire alla perfezione e siccome non la raggiungeremo mai preferiamo scovare le magagne dei nostri nemici, dietro alle quali giustificare i nostri inevitabili (e salutari aggiungerei) fallimenti: Le multinazionali, la politica, i fondamentalisti di ogni sorta, sono tutte meravigliose scuse per non guardarci dentro. E guarda caso, come diceva mio nonno, senza farlo apposta, “lì dentro siamo rossi”.







Rubrica di NUOVO PROGETTO

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