Il bene si mostra

Pubblicato il 04-07-2017

di Francesca Fabi

di Francesca Fabi - Tante azioni, tanti puntini, un mosaico di solidarietà che già esiste. È il volto dei giovani che quasi sempre non fanno notizia: quelli impegnati, quelli disposti a mettersi in gioco, a mettere creatività e idee a servizio di un ideale. Il cammino di preparazione al 5° Appuntamento Mondiale Giovani della Pace è stato come un riflettore acceso su questa speranza nascosta. L’iniziativa Punti di Pace voleva censire le tante esperienze vissute in paesi, città, associazioni, parrocchie. La risposta è stata bellissima: decine e decine di idee in ogni campo. Soprattutto dalle scuole.

A Padova, per esempio, i ragazzi del Liceo Fermi sono impegnati da anni in corsi di robotica. Pepper, il loro robot intelligente, da qualche tempo allieta anche i piccoli ricoverati nel reparto di Pediatria dell’ospedale. E ancora, i ragazzi della cittadella studi di Mirano, in provincia di Venezia. Tre Istituti. Quattromila studenti: l’IIS Levi-Ponti, l’IIS 8 Marzo-Lorenz ed il Liceo Majorana-Corner. Queste scuole un giorno hanno incontrato la realtà dell’Università di Labé, in Guinea, e hanno deciso di sostenerla con il progetto Energy with Africa. Un kit solare che fornisce energia sufficiente per alimentare un portatile e ricaricare un cellulare, nonché per illuminare un tavolo di studio per almeno 10 ore attraverso strisce led. Tutto possibile grazie a risorse e intelligenze dei giovani italiani.

Sulla stessa linea, il liceo Istituto Des Ambrois di Oulx, in Piemonte. Con il progetto Sete di Giustizia ha raccolto fondi per la costruzione di pozzi in Nigeria e progetti di istruzione in Togo. Così il liceo Pacinotti di La Spezia e la scuola media di Predazzo, a Trento. La missione degli studenti è la lotta allo spreco. Nella città ligure, oltre 50 giovani si sono presi l’impegno di raccogliere l’invenduto dei negozi di alimentari per le mense dei poveri, mentre i ragazzi del Trentino sono l’anima del progetto Donacibo a sostegno del Banco Alimentare.

Dalle scuole alle associazioni, il passo è breve. C’è il gruppo Re.Te del Sermig con decine di azioni in ogni angolo del mondo; Art4sport, fondata da Bebe Vio per rendere accessibile lo sport attraverso le protesi a tanti ragazzi con disabilità; i gruppi Sermig di Milano, Mori, Bonate e Borghetto Lodigiano e i loro progetti di solidarietà. La realtà degli oratori: tra gli altri, la raccolta del ferro a Brignano Gera D’Adda, l’impegno con ragazzi e bambini a Cavaso del Tomba. Le realtà missionarie: dal progetto Guardare Lontano di Bologna a Un sorriso per San Paolo in Guinea Bissau, dalle attività delle suore salesiane di Ho Chi Minh a quelle degli Arsenali di San Paolo in Brasile e di Madaba in Giordania.

Ma al di là dei singoli progetti, i veri Punti di Pace sono le tante storie personali. Come quella di Niki Leonetti, un giovane di 24 anni che ha fatto della sua disabilità un punto di forza. Con la sua associazione Si può fare di Cavaion Veronese incontra da anni i ragazzi delle scuole per portare la sua esperienza ed educare alla diversità. Oppure, la famiglia Calò di Treviso che si è lasciata interpellare dalle immagini degli sbarchi di migranti a Lampedusa. Marito, moglie e figli si sono guardati negli occhi e hanno deciso: da qualche anno, la loro casa è aperta anche a giovani richiedenti asilo e alle loro speranze di una nuova vita in Italia. Così, Max Laudadio, volto noto da inviato di Striscia la Notizia, ma una vita privata vissuta nel segno dell’apertura agli altri con diversi progetti di solidarietà. Speranza nascosta, ma speranza viva. Decine di esperienze, decine di storie. A Padova, ne vedrete il cuore.



FOTO: Rizzato / NP

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