Fragilità

Pubblicato il 14-09-2017

di Rossana

Custodi gli uni degli altri
Ci impegniamo per una società caratterizzata da una profonda umanità verso coloro che attraversano il tempo della fragilità fisica, psicologica, spirituale, sono provati da malattie, raggiungono la vecchiaia. Nessuno può essere abbandonato. Teniamo sempre aperto il nostro cuore e la nostra intelligenza per trovare modi adeguati di accoglierci.

Fraternità Sermig


CHI AMA VIVE IN PACE
C’erano una volta una fata bionda con il cappello pieno di fiori, Caterina Bellandi alias zia Caterina, un taxi Milano 25, il più colorato e bizzarro al mondo e un gruppo di circa 200 giovani provenienti da tutta Italia in dialogo sul tema della fragilità in occasione del 5 Appuntamento Mondiale dei Giovani della Pace a Padova.

A dispetto dello stravagante travestimento che lei stessa definisce «un outfit vissuto, non pensato, ricco di segnali trovati lungo il percorso della mia vita, che mi ricordano dove andare e mi fanno incontrare l’altro», zia Caterina si racconta con verità, commozione e ironia.

Giovane ribelle con il no stampato sulle labbra, Caterina si è fatta plasmare dall’amore per il suo compagno al quale ha detto , un divenuto incondizionato e per sempre quando dopo una lunga malattia Stefano è mancato, lasciandole in eredità il suo taxi con un mandato: «Tu sarai Milano 25». L’incontro sul taxi con una bambina malata di cancro trasforma il servizio pubblico reso alla città di Firenze, dove vive, in un progetto di solidarietà: Caterina è la zia dei bambini affetti da tumore che necessitano di corse per gli ospedali e i bambini sono i supereroi disegnati sul taxi.

Farsi accettare non è stato semplice per zia Caterina che non ha subito trovato il consenso dei suoi genitori e oggi non tutti salgono sul suo taxi: «Ci ho messo tempo a capire che non era colpa mia essere così come sono».

Il dialogo entra nel vivo quando zia Caterina spiega il suo rapporto con la fatica quotidiana e incoraggia a puntare sulle proprie fragilità: «Chi crede in ciò che fa, resta nella sofferenza, barcollando, perché è pronto a morire per quello che è. Tutte le volte che non andate via, che non date responsabilità all’altro, prendete punti per il Paradiso».

L’incontro si conclude con l’invito a ripartire dall’amore perché «l’amore ci concede l’eternità. Io sono partita dalla morte per capire la vita che chiama ad ascoltare e dialogare con le persone. Chi ama vive in pace».

Rossana Mandara
presso Musme

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