"Ci hanno rubato anche l'aria"

Pubblicato il 20-11-2017

di Maurizio Patriciello

di Maurizio Patriciello* - È facile mettere a tacere un uomo. Lo si è fatto tante volte. Basta un colpo di pistola o, meglio, una semplice calunnia. Lo si uccide. Lo si infanga. Passeranno anni prima che la storia gli ridoni dignità. Poi ne faranno un eroe. Gli porteranno allori, gli dedicheranno piazze, scuole, aeroporti. Gli eroi ci condannano. In fondo li lasciammo soli. A Palermo, qualche anno fa, per la beatificazione di padre Pino Puglisi mi sentivo a disagio. Il manto color sangue che indossavo, leggero come un’ala, lo sentivo pesante più del piombo. Borsellino e Falcone. Due compagni di strada. Due grandi uomini. Irreprensibili. Coraggiosi. Onesti. Uccisi nonostante la scorta, nonostante la prudenza. È facile mettere a tacere un uomo. Il popolo, no. Il popolo sovrano, quando lotta per i diritti suoi e dei suoi figli è stupendo. È un fiume in piena. Il nostro popolo. La gente vera. Le mamme che non possono più fare la spesa. I papà che stamattina non vanno a lavorare. I bambini che non hanno i libri per andare a scuola. Il futuro che non c’è.

A questi poveri è stata rubata anche l’aria che respirano. Gliel’ hanno insozzata. Puzza. L’aria nei paesi a cavallo di Napoli e Caserta puzza. Un fetore nauseabondo si sprigiona di giorno e di notte. Un puzzo di bruciato che fa infiammare la gola, lo stomaco, l’animo. Che toglie la voglia di mangiare e di lavorare. A questi poveri è stata rapinata anche la terra che i loro avi hanno santificato col sangue e col sudore. Una terra fertile e felice. Là dove sorgevano pescheti, meleti, vigne ci hanno messo la “monnezza”. Non solo la “monnezza” della nonna, ma “monnezze” industriali. Rifiuti tossici, nocivi. Scarti che uccidono. Giugliano, Caivano, Acerra, Orta di Atella, Trentola, Casal di Principe, Santa Maria La Fossa… E potremmo continuare. Si misero insieme i cattivi. La camorra criminale fece alleanza con imprenditori disonesti. Politici collusi e corrotti annusarono l’affare e spianarono la via. Nel vangelo leggiamo: «I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce…».

Loro scaltri, noi ingenui. Si arricchivano i cattivi, si ammalavano e morivano i buoni. Quante bugie ci sono state raccontate. Oltre al danno non poteva mancare la beffa: «Siete incivili. Non sapete gestire i vostri rifiuti. Imparate l’educazione…». E noi pronti a vergognarci. A batterci il petto. A rimproverare aspramente chi gettava la carta a terra. Qualcuno aveva capito l’imbroglio e lo gridava al mondo. «Non è la monnezza delle case a far traboccare le discariche, sono i rifiuti industriali. Andate a controllare. Andate a vedere che cosa ci hanno messo dentro». Ma una noce nel sacco non fa rumore. La si schiaccia facilmente. È facile uccidere, calunniare, infangare un uomo quando dà fastidio. Quanti soldi in questi anni sono stati spesi. O, meglio, si sono mangiati. Bonifiche mai avvenute; commissioni di inchieste costate un occhio e poi messe a tacere.

Venne il giorno in cui il popolo, stanco, deluso disse: «Basta». Non conviene esasperare il popolo. Stolti, quando lo capite? E cominciò a gridare. A manifestare. Scese per le strade. Riempì le piazze. Si possono sopportare tante cose, la morte dei bambini no. È un dolore atroce, una sofferenza immensa. Anche ai preti, davanti alle bare bianche, si inceppa la parola. Balbettano. Bambini uccisi dalla leucemia, giovanissimi genitori falciati dal cancro. Uno, due, tre… dieci, cento, mille. Il tempo è cambiato. Scendono in piazza i giovani. A Caivano, ad Aversa, ad Acerra, a Casale, a Orta di Atella. Non più isolati gruppi di volenterosi. È il popolo che grida. È il popolo che pretende i suoi diritti. Popolo meraviglioso e buono. Sfortunato e malgovernato. Bistrattato e derubato. Umiliato e maltrattato. Il riscatto verrà dal popolo. Ne sono certo. Continuiamo a lottare. Rinunciando a ogni violenza, anche a quella verbale. Lottiamo con la forza della volontà e della ragione. Della verità e dell’indignazione. Della trasparenza e della speranza.

*Parroco di Caivano (NA)

Foto: MAX FERRERO

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