Gli operai del Parlamento

Pubblicato il 07-12-2017

di Simone Bernardi

di Simone Bernardi - È un normale giorno di lavoro. Due operai stanno cercando di localizzare un’infiltrazione d’acqua sul soffitto, ma non si tratta di un soffitto qualsiasi: quella perdita occulta disturba i deputati proprio all'ingresso dell’aula legislativa.

Siamo a Brasilia, la capitale costruita da zero fra il 1956 e il 1960. Dall'esterno, si possono ammirare le torri gemelle affiancate da due cupole, una coperta e l’altra rovesciata. La cupola coperta fa da tetto all'aula del Senato, quella rovesciata è il soffitto della Camera dei deputati, su cui stanno lavorando i due operai.
Identificata la falla, aprono una superficie di circa tre metri quadrati e si calano in un vano tra due lastre di cemento armato. Puntando le torce elettriche, notano qualcosa di strano: «Ingegnere, mi sa che deve scendere anche lei».

Su quelle pareti, fredde e grigie, dei messaggi lasciati da altri operai, quelli che costruirono il Parlamento: «Quando sono sceso – dichiarerà il capocantiere – là dentro c’erano quattro poesie, scritte sulla parete con una matita da muratore. Una, in particolare, ha attirato la mia attenzione, quella firmata da un operaio che durante l’ora di pranzo dev’essersi seduto lì e sulla parete ha scritto: “Che gli uomini di domani, che qui verranno, abbiano compassione dei nostri figli e che la legge sia rispettata” (José Silva Guerra, 22.04.1959)».

Alla luce dei fatti, quasi 60 anni dopo, verrebbe da dire che quelli che là sono andati, non hanno avuto compassione di nessuno! Il giorno della “scoperta”, i due operai della Camera che hanno trovato gli scritti, hanno trascorso la giornata accanto all'apertura sul tetto, tenendo ferma la scala per giornalisti, storici, ingegneri e tecnici che sono entrati ed usciti da quell'excantiere.

Ma tra tanti esperti, forse gli unici a comprendere più intimamente il vero significato di quei messaggi lasciati dai loro colleghi pionieri, sono stati proprio i due operai. Se i signori deputati ascoltassero, anche solo minimamente, le aspirazioni del signor José – pieno di speranza e fiducia per un Paese migliore – sarebbe finalmente sanata non solo la falla sul tetto, ma ben altre infiltrazioni!

Simone Bernardi
OBRIGADO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok