Il riso del mare

Pubblicato il 05-02-2018

di sandro

di Sandro Calvani - Arriva dalla Cina una sorpresa contro la fame.
Tutti i rapporti recenti sulla realtà della fame nel mondo sottolineano come il continente più colpito è l’Africa. È vero in termini di maggior percentuale di popolazione affetta da fame e malnutrizione.

Ma l’Asia continua ad essere la peggiore in classifica in termine di numero totale di persone affamate e bambini malnutriti, in gran parte perché l’Asia ha una popolazione grande cinque volte l’Africa. Le cifre totali restano preoccupanti: il 70% di tutti i bambini malnutriti nel mondo vive in Asia. 512 milioni di adulti e bambini – che rappresentano oltre il 12% della popolazione totale asiatica – consumano poche calorie. Il subcontinente meridionale dell’Asia, tra cui India e Bangladesh, ha i tassi più alti (16%) di malnutrizione e il maggior numero di affamati nel continente. In Asia, il 17% delle donne e il 13% degli uomini sono sottopeso. Tuttavia, ci sono alcune buone notizie e progressi in Asia: l’indice più recente del Global Hunger Index (GHI) per l’Asia meridionale (2013) è diminuito del 34% rispetto al punteggio del 1990: rappresenta un calo del 30% rispetto ai precedenti 739 milioni di persone affamate (1990). Anche la malnutrizione è diminuita dal 23,7% in 23 anni.

La FAO, Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura delle Nazioni Unite, ha pubblicato (2017) un rapporto sul cammino della regione Asia-Pacifico per raggiungere l’abolizione della fame nel 2030. La fame sta diminuendo in Bangladesh e in India, ma è invece aumentata in Afghanistan, Pakistan e Filippine. Il rapporto indica che coloro che sono sfuggiti alla fame hanno un maggior accesso ai mercati, ai posti di lavoro e ai centri sanitari. David Dawe, coautore del rapporto, ha anche sottolineato l’importanza di limitare l’inquinamento causato dalle imprese, dal momento che il degrado ambientale, che porta comunemente alla riduzione della qualità della terra per la coltivazione, è fortemente legato alla malnutrizione e alle malattie.

Infine il rapporto evidenzia la necessità di una revisione delle politiche nella regione: gli stati coinvolti devono dare la priorità all’agricoltura, alla domanda alimentare locale, all’istruzione, al controllo della popolazione, all’acqua potabile, ai servizi igienico-sanitari e all’ambiente.
Una speranza a sorpresa arriva dal mondo scientifico cinese. Alcuni ricercatori sono riusciti a far crescere il rendimento di una specie di riso tollerante all’acqua salata, quasi tre volte di più delle previsioni più rosee. Nei mesi primaverili, oltre 200 tipi di riso, piantati presso il Centro di ricerca e sviluppo del riso a Qingdao (una città costiera nella provincia orientale dello Shandong) si sono mostrati resistenti all’acqua salata e alcalina. L’acqua marina del Mar Giallo veniva pompata, diluita e convogliata nelle risaie. I ricercatori inizialmente si aspettavano una produzione di circa 4,5 tonnellate per ettaro, ma sono rimasti sorpresi quando quattro tipi di riso producevano tra 6,5 e 9,3 tonnellate per ettaro. Questi risultati rendono il riso prodotto in acqua salata adatto alla commercializzazione.

Il capo della ricerca, il Dr. Yuan Longping, noto anche come “padre del riso ibrido” della Cina, ha detto ai giornalisti che la coltivazione del nuovo riso può nutrire più di 200 milioni di persone.
La startup di Qingdao, Yuan Ce Biological Technology, che ha collaborato con la squadra del Dr. Yuan, sta ora vendendo il nuovo riso come Yuan Mi in onore dello scienziato che l’ha ottenuta.
Per ora Yuan Mi costa 50 yuan (circa 6 euro) al chilogrammo, cioè circa otto volte di più del costo del riso ordinario. Attualmente è venduto in confezioni da 1, 2, 5, 10 chilogrammi.

Nonostante il prezzo alto, sei tonnellate del nuovo riso sono state vendute a partire dallo scorso agosto, grazie al suo sapore straordinario e ottima consistenza. Inoltre, i consumatori sono interessati ai suoi benefici potenziali per la salute.
Il nuovo riso infatti è più ricco di calcio e di altri micronutrienti, che sono abbondanti nell’acqua salata. La proprietà del sale come disinfettante potrebbe inoltre evitare batteri patogeni, rendendo il “riso del mare” meno esposto ai parassiti. Di conseguenza, gli agricoltori potrebbero ridurre o eliminare l’uso di pesticidi. Entro un anno, Il centro Yuan Ce Biological Technology prevede di realizzare 10 milioni di yuan (1,5 milioni di dollari) di reddito dal suo “riso marino”. Gli osservatori sperano che i prezzi diminuiscano l’aumentare della produzione (estratto da notizie Reuters e Yuan Ce Center).


in breve
Buone notizie dalla Cina
Alcuni tipi di riso che possono essere coltivati in acqua salata hanno una resa per ettaro molto superiore alla media. Il “riso del mare”, più resistente ai parassiti, potrà nutrire più di 200 milioni di persone.

Sandro Calvani
ORIENT EXPRESS
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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