Fare cappotto

Pubblicato il 23-02-2018

di Elisa D’Adamo

di Elisa D’Adamo - Il soprabito in lana è uno dei protagonisti del nostro guardaroba invernale fin dai primi anni dell’Ottocento. La sua storia nasce in Francia con la Marsina, un modello lungo, affusolato e ricamato, rivolto al solo pubblico maschile. Alcuni anni dopo, i sarti inglesi realizzano la Redingote, una variante priva di decori, indossata inizialmente per l’equitazione e la caccia e poi per il passeggio.

Per quanto riguarda l’universo femminile, nei primi anni dell’Ottocento, la rivista di moda italiana Il Corriere delle Dame presenta al pubblico la Doglietta, un cappotto a vestaglia realizzato con tessuti pregiati, spesso doppiati con pelliccia. Questo capospalla si diffonde maggiormente nei primi anni del Novecento, grazie al tramonto della crinolina e alle nuove forme più asciutte, allungate e sobrie.

La moda si adegua ai tempi ed ecco nascere lo spolverino, utilizzato dalle donne nelle autovetture per proteggere gli abiti dalla polvere e il cappotto cosacco, ispirato alle uniformi dei soldati russi. I ruggenti anni ’20 propongono capispalla lunghi, decorati e preziosi; gli anni ’30 e ’40 presentano modelli più squadrati, con spalle accentuate e punto vita ben definito da cinture; gli anni ’50 celebrano una nuova silhouette e i cappotti diventano sagomati, accompagnati da borsette, cappellini e guanti coordinati.

Negli anni ’60 le lunghezze si riducono e le linee si fanno più pulite e geometriche. Gli anni ’70 stupiscono l’opinione pubblica con modelli unisex dal tocco folk. Gli anni ’80 sono ricordati soprattutto per la creazione del mitico Modello 101801 di Max Mara, diventato un’icona: lungo fino al polpaccio, di cashmere color cammello, adatto ad ogni tipo di fisicità.

Tra gli anni ’80 e ’90 la moda è vistosa e i cappotti si arricchiscono di colori e materiali differenti per poi tornare più semplici e minimalisti, grazie alla nuova moda disegnata da Armani e alla diffusione dei grandi marchi di fast fashion all’inizio del XXI secolo.

Gli stilisti, per questo inverno 2018, propongono lunghi e avvolgenti cappotti a vestaglia ma anche corti monopetto dagli ampi revers e rigorosi doppiopetto con bottoni in stile cadetto.

Elisa D’Adamo
USI&COSTUMI
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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