Erano tutti miei figli

Pubblicato il 08-03-2018

di Annamaria Gobbato

di Annamaria Gobbato - Con il titolo del celebre film americano degli anni ‘40 potremmo riassumere la missione di Mamma Nina, al secolo Marianna Saltini (1889 – 1957). Sorella di don Zeno, fondatore di Nomadelfia, Marianna é la primogenita di una numerosa famiglia di agiati proprietari terrieri. Come tale, il suo avvenire é segnato: matrimonio con un uomo dello stesso ceto, casa e figli da accudire, un bel programma che però la ragazza svolge a modo suo.

A vent’anni fugge da casa per sposare un giovane sarto povero; mettono al mondo sei figli, il lavoro non manca e tutto potrebbe finire lì. Ma nel 1929 Arturo muore. I parenti non l’aiutano e lei con i bambini é costretta a trasferirsi a Nomadelfia dal fratello. Vi rimane un anno, poi la necessità le impone di lasciare che i figli trovino un futuro lontano, uno a Parigi, tre ad Alba dai Paolini, una dalle Orsoline... È qui che la sua vita prende un’altra svolta.

Decide di rivolgere il suo cuore di madre a bambini di cui non si cura nessuno, i figli delle prostitute che mendicano sotto i portici della città. Si “inventa” una casa tutta per loro, il vescovo di Carpi l’appoggia, ma per tantissimi è invece «la matta che ha abbandonato i propri figli per coccolare i figli degli altri». Durante la guerra “Mamma Nina” arriva ad accoglierne alcune centinaia, la Provvidenza agisce attraverso i canali più impensati: «Gesù mette sempre a tavola le mie bambine». L’accoglienza non finisce qui, le ragazze sono aiutate ad inserirsi nella società, ci si preoccupa di trovar loro un marito e un lavoro.

Marianna verrà sempre fraintesa dai parenti (a volte anche dal fratello don Zeno) e dalla gente “perbene”, ma quando alla fine si farà il consuntivo della sua opera ci si accorgerà che in meno di 25 anni sono state accolte e salvate dalla strada almeno mille bambine. La sua opera a Carpi continua e a Mamma Nina, “la matta” che diceva «Par mè a si tut me fioi. Me a go ‘na bandiera sola, quela dl’amor!», ora sono dedicate scuole e strade.

Annamaria Gobbato
TERRA&CIELO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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