Un prete tutto fare

Pubblicato il 23-03-2018

di Renzo Agasso

di Renzo Agasso - Grazie ai lettori delle sue riviste aiuta missionari in tutto il mondo.

Il cuore amico di don Mario Pasini. Al telefono c’è don Antonio Mazzi: «Stai raccogliendo soldi per le opere indiane di Dominique Lapierre?
Don Mario Pasini vuol contribuire ». Così, un mattino di dicembre 1999 don Mazzi mi porta da lui. Don Mario Pasini sta a Brescia, nella sede della sua associazione “Cuore amico”, che ha fondato nel 1980. Ha un bel volto antico, siede in carrozzella avendo perso l’uso delle gambe in un tragico incidente stradale. Gli resta un fil di voce, ma è di poche parole, va dritto alla sostanza delle cose. Incontro breve; chiedo a don Mazzi: «Ma alla fine ci aiuterà o no? Non l’ho capito».

La risposta arriva presto. Sulla rivistina di Cuore amico c’è un piccolo box, recita: «Cinquanta milioni di lire per equipaggiare il battello di Dominique Lapierre che percorre il Gange e cura i malati che nessuno cura». Prete bresciano, nato a Ospitaletto il 10 maggio 1923, nel 1950 viene chiamato a La voce del popolo, settimanale diocesano che dirigerà fino al 1960, fondato tra gli altri da Giorgio Montini, padre del futuro Paolo VI. Lo renderà forte e autorevole.
Passerà quindi alla guida di Madre, altra antica rivista bresciana, nata come foglio di collegamento per le mamme cattoliche, diffusa in tutt’Italia. Don Mario ne diventa direttore nel 1960, restandovi fino al 1986. In breve essa cresce da 80mila a 180mila copie, cambiando la grafica e pubblicando le prime foto a colori. Un altro successo editoriale del prete tuttofare, sempre in movimento.

Fino alla sera del 17 febbraio 1985. Quando, di ritorno dal santuario della Stella, don Mario ha un gravissimo incidente d’auto, con due morti – madre e figlio – e due feriti gravi. Lui non camminerà più. Seguono ricoveri, sofferenze fisiche e tormenti spirituali. Lo sentono pregare: «Vieni a prendermi Signore, ormai non sono più capace di far nulla…».
Aveva già dato vita a “Cuore amico”, per il sostegno economico ai missionari in tutto il mondo: vi si dedicherà a tempo pieno, raccogliendo fiumi di denaro – grazie soprattutto ai lettori di “Madre” – e spedendoli alle missioni dei cinque continenti, milioni e milioni di euro che ancora oggi prendono la via dell’Africa, dell’America Latina, dell’Asia, dell’Oceania e della stessa Europa. Moltitudini di poveri ne hanno vita, salute, istruzione.

Non l’ho più incontrato. È morto il 29 marzo 2002, Venerdì santo. Di lui hanno scritto: «Ha concluso con Cristo, il Venerdì santo, la celebrazione di una messa colma di bene e di sofferenze».

Renzo Agasso
PEOPLE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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