Media e migranti

Pubblicato il 12-04-2018

di Pierluigi Conzo

di Pierluigi Conzo - È considerato “quarto”, ma non è certamente il meno influente. Il quarto potere è la capacità dei media di orientare l’opinione pubblica: non solo nel teatro politico o del marketing, ma anche sul terreno sociale. Una serie di studi condotti da psicologi sociali in Canada ha dimostrato che una rappresentazione mediatica “negativa” dei migranti conduce a sentimenti di intolleranza, paura e disprezzo nei loro confronti. Si tratta di un articolo scientifico pubblicato nel 2013.

Gli autori motivano lo studio considerando come in Canada – nazione generalmente più accogliente rispetto alle altre compagne occidentali – i media abbiano una tendenza a rappresentare i migranti, e più specificamente i richiedenti asilo, in modo negativo: una minaccia per la salute e la sicurezza pubblica. La caratterizzazione del fenomeno in negativo (es. «i migranti portano malattie») offre agli spettatori una risposta – più o meno subliminale – ai loro dubbi su cosa accadrà e che comportamento è auspicabile adottare.

L’esperimento condotto dagli autori è davvero interessante. Ad un campione di studenti viene mostrato un testo contenente la biografia di un attore e, in basso a destra, quasi per caso, una vignetta che ritrae un migrante all’ufficio di frontiera con una valigia. Per un gruppo di studenti sulla valigia appaiono nomi di malattie (AIDS, SARS, etc.). Per un altro gruppo non c’è nessuna scritta. Coloro che hanno visto la vignetta con i nomi delle malattie si sono mostrati, successivamente, più propensi a de-umanizzare i migranti, ad esprimere disprezzo e mancanza di ammirazione nei loro confronti, e a mostrare attitudini contrarie all’immigrazione in generale.

In un altro esperimento, alcuni studenti leggono un articolo fittizio su un gruppo di migranti sbarcato sulle coste del Canada. A un gruppo il fenomeno “migrazione” è presentato in modo neutrale, mentre ad un altro gruppo i migranti sono descritti come pericolosi terroristi che cercano di entrare in Canada illegalmente. I risultati sono coerenti con il primo esperimento: a differenza del primo gruppo di studenti, il secondo gruppo tende inconsapevolmente a fare forti associazioni di pensiero tra animali e migranti.

Mai come oggi abbiamo il dovere di ricercare la verità nei fatti, costruirci un’opinione fondata, e non rilassarci davanti a verità preconfezionate, troppo spesso in saldo nelle vetrine degli approfittatori.

Pierluigi Conzo
ECOFELICITA'
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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