Male di vivere

Pubblicato il 15-04-2018

di Aldo Maria Valli

di Aldo Maria Valli - Grazie a una limitata partecipazione di atleti della Corea del Nord, i giochi olimpici invernali ospitati dalla Corea del Sud sono stati definiti i “giochi della speranza”, ma proprio il Paese ospitante soffre di un male oscuro. Parliamo del fenomeno dei suicidi, il cui numero (25,6 per ogni 100mila, il doppio rispetto alla media dei trentaquattro Paesi membri dell’Ocse) è estremamente preoccupante, anche perché in costante crescita.

Per questo il governo di Seul ha deciso di intervenire per rendere i “patti di morte” un crimine. In generale il maggior numero di suicidi si registra tra persone anziane e povere, in condizione di solitudine e abbandono, ma sta crescendo anche tra i giovani e le altre classi sociali. La normativa tende a individuare e reprimere i patti tra individui che hanno l’obiettivo di favorire il suicidio proprio o altrui, così come gli spettacoli, cartoni animati inclusi, che incoraggiano l’autolesionismo.

Alle aziende viene poi chiesto di includere valutazioni di tipo psicologico tra gli accertamenti medici annuali per i dipendenti e di intervenire tra le forze armate per educare i militari alla prevenzione del suicidio. «La convinzione espressa dal governo che punta a ridurre l’incidenza di questo fenomeno a diciassette suicidi ogni 100mila individui entro il 2022 – è che il novanta per cento dei casi finora registrati siano stati preceduti da indizi specifici e che il fenomeno può essere prevenuto attraverso una maggiore attenzione verso i soggetti a rischio».

Le cause dell’alto numero di suicidi sono numerose, ma in primo piano ci sono la mancanza di reti di sostegno sociale e la proposta di modelli culturali che puntano sull'efficienza, la produttività, la bellezza, così che tutti coloro che non riescono a tenere il passo corrono il rischio di sentirsi esclusi. Si tratta di un sistema altamente competitivo che grava su tutti, ponendo pesi insostenibili sulle spalle di chi è meno attrezzato sotto il profilo sociale, culturale e psicologico. «In Corea del Sud il suicidio è ovunque», denuncia lo scrittore Young-haKim, sottolineando come l’attuale ruolo economico e strategico, raggiunto da un piccolo Paese per lungo tempo colonizzato dai potenti vicini, sia stato ottenuto al costo di immensi sacrifici individuali e collettivi.

Ecco spiegata l’incidenza dei suicidi, quarta causa di morte tra i 52 milioni di abitanti, con la media di quaranta casi al giorno. Se ansia e depressione sono le cause immediate, le radici affondano nell'anima profonda di una nazione malata perché divisa e ossessionata dal successo nel lavoro e nello studio.

Aldo Maria Valli
THE INSIDER
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

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