Una radio per guarire

Pubblicato il 22-05-2018

di Marcella Mondini

di Marcella Mondini - Il 7 marzo l’Ugi ha inaugura­to la propria radio. È stato un grande evento che si è svol­to a Torino nei locali M**Bun in via Rattazzi e che ha visto tanti personaggi della musica leggera venuti gratuitamente per festeggiare l’inizio di que­sto bel progetto. Da Tommaso e Cri­stiano dei Perturbazione, ai Moderni, a Eugenio in Via Di Gioia, Ricky Jo, Dave Moretti e la Band Ugi. Ma perché tutto questo? Perché siamo consape­voli che la radio sia diventata la miglior forma di comunicazione! Dai primi anni del secolo scorso entra nelle nostre case e ci intrattiene senza costringer­ci all’immobilità e senza influenzare le nostre opinioni con le immagini.

«Amo la radio perché arriva dalla gen­te entra nelle case e ci parla diretta­mente […]. Con la radio si può scrivere leggere o cucinare. Non c’è da stare immobili seduti lì a guardare». Così cantava Eugenio Finardi. Sembrano parole scritte per noi, per l’Ugi, e non possiamo che sentirci esattamente come dice la canzone: la radio libera la fantasia e lascia intatta l’immagina­zione. Si sente la voce, si ascoltano le parole con attenzione. Tutto è più equilibrato, non ci sono immagini forti o sfalsate che ci costringono ad ac­quietare la fantasia. Programmi e tanta musica! Ne abbiamo bisogno per ac­compagnare le nostre azioni, per farci trasportare lontano, per darci tranquil­lità o per stimolare l’allegria.

È così che nasce il progetto Radio Ugi, un progetto di comunicazione multi­mediale in oncoematologia pediatrica. Il primo di questo tipo in Italia fatto da volontari e ragazzi guariti o in terapia oncologica e dedicato a tutti coloro che vorranno sintonizzarsi per avere infor­mazioni e conoscere il mondo di questi ragazzi.

La dottoressa Fagioli, direttore di on­coematologia pediatrica al Regina Margherita di Torino, afferma che la radio «consente a coloro che stan­no vivendo l’esperienza di malattia di “sentirsi parte di un qualcosa”, recuperare fiducia e speranza nel futuro minato dalla situazione attua­le, sostenendone così la “compliance” e l’alleanza terapeutica con i curanti». Parole che ci incoraggiano ancora di più!

A breve sarà coinvolta la scuola ospe­daliera perché siamo consapevoli che questo aspetto sia di estrema impor­tanza per la crescita e lo sviluppo del giovane paziente.

Certamente ci piace pensare che sarà una radio di qualità, ma ciò che ci preme è poter migliorare la qualità della vita dei bambini e dei ragazzi e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni attraverso un mezzo di co­municazione che non ha frontiere. Per sintonizzarsi sarà sufficiente aprire il sito www.ugi-torino.it e cliccare sul bottone di Radio Ugi, lì si troverà il pa­linsesto e la diretta.

Promotore di tutto ciò è stato un no­stro volontario, Pierpaolo Bonante che ci racconta com’è nata l’idea di questa radio. «Le cose succedono. E anche questa è successa senza che quasi ce ne rendessimo conto. Il mio mentore, per meglio addentrarmi nell’associa­zione Ugi, è stato il coordinatore di alcune delle sue attività, precisamente Domenico de Biasio che conosco da tempo. Con lui, tra le nostre chiacchie­re e le nostre attività, ha trovato spazio l’idea di una radio per Casa Ugi. Lo scopo principale è quello di coinvolge­re i ragazzi ospiti della Casa, i ragazzi attualmente ricoverati, quelli che sono guariti, le loro famiglie, insomma tutti coloro che hanno avuto contatti con Ugi e far sì che per tutti loro diventi un polo di riferimento per le notizie isti­tuzionali e le attività di Ugi e di altre associazioni che nel tempo potrebbero aggregarsi, perché non dimentichiamo che la radio sarà in primis un mezzo grazie al quale trascorrere ore serene ascoltando musica e quant’altro. Il pro­getto è ambizioso». È vero, è ambizio­so ma le forze ci sono e le idee sono tante, ma soprattutto è forte il deside­rio di coinvolgere i guariti affinché dia­no coraggio e forza a chi è in terapia. A oggi tra gli speaker, e questo è il dato interessante, ci sono due ragazzi lega­ti alla Casa e guariti da una malattia oncologica, Stefano Nardella e Giaco­mino Casale. Inoltre tutta la parte dei jingle, sottofondi musicali, verrà curata da Andrea Bottelli, un esponente della Band Ugi.

Sarà una web radio che si potrà ascol­tare con internet, su ogni computer o su smartphone, ventiquattr’ore su ven­tiquattro. La radio di un’associazione, unica nel suo genere. Le sedi delle trasmissioni saranno Casa Ugi e i re­parti di oncoematologia dell’ospedale Regina Margherita, ossia la sede sarà mobile, vivrà tra i ragazzi nei reparti e dove sarà necessario.

Non possiamo non citare chi sono i finanziatori che ci hanno permesso di realizzare tutto questo; l’Ugi ha par­tecipato a un bando che CRT ha pro­mosso per le associazioni no-profit e lo ha vinto. CRT ha sovvenzionato con una cifra iniziale di 10.000 euro questa futura radio. Ci sono altri sponsor inoltre, privati a cui abbiamo descritto il progetto e che hanno donato. Ad oggi possiamo disporre di 18.000 euro, ma già sappiamo di altri sponsor che ci aiuteranno.

Pierpaolo continua: «Attualmente mi sto dedicando alla formazione degli speakers volontari Ugi, che gestiranno le trasmissioni radio. Ci saranno sem­pre due persone insieme a condurre, perché in coppia si lavora meglio. Oc­corre dare loro una basilare conoscen­za tecnico-fonica per gestire come si fa ad andare in onda, ossia occorre capire quando parlare e per quanto. Allo stesso tempo si lavora al format, la struttura nella quale saranno inseriti i programmi. Ai blocchi, ossia ai minuti di parlato tra un programma e l’altro. Altri volontari Ugi stanno scegliendo gli argomenti da inserire nei blocchi, che sono delle specie di cassetti. Più bloc­chi compongono il format. Per il format sono stati decisi i temi, quali lo sport, il cinema, il gossip, la città di Torino, la musica. Stiamo anche organizzando le pillole, ciascuna comprende tre mi­nuti di notizie o curiosità che verranno sparse lungo il palinsesto. Ci saranno importanti interviste ovviamente ai me­dici, al personale ospedaliero tutto, con notizie sulle realtà gravitanti intorno all’ospedale Regina Margherita, parte fondante per questa nuova radio. Ho un’ambizione per questa radio: farla diventare vita e riferimento».

Marcella Mondini
NPFocus
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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