Missione spaghetti!

Pubblicato il 07-06-2018

di Marco Grossetti

di Marco Grossetti - Un buco gigante nella pancia da riempire.

A pranzo i bambini dell’Arsenale mangiano tutti allo stesso tavolo come un’unica famiglia. Lisa ha sei anni e tantissima voglia di giocare. Tira fuori un minuscolo contenitore di plastica con dentro una manciata di spaghetti di soia poco conditi e molto incollati, circondato da ravioli cinesi fatti in casa, pizze così piene di pomodoro e formaggio da dover essere tenute con tutte e due le mani per non spezzarsi a metà, panini che arrivano da una parte all’altra del tavolo, kebab portati da mamme più veloci e puntuali dell’Hogwarts Express. Molto meglio giocare, soprattutto se la tua mamma sta dall’altra parte del mondo e tutte quelle cose buone attorno a te aprono un buco nella pancia che non potresti chiudere neanche con un panino che arriva di qua all’Africa.

Prima di mangiare leggiamo sempre il pensiero di un bambino. Oggi tocca a lei e Lisa è talmente emozionata da scomparire sotto il tavolo. Scrive e disegna soprattutto quando la tristezza cancella tutto e lei e riesce solo più a piangere. Basta non essere la prima in un gioco, in una fila, in una gara, in un discorso; allora Lisa si butta per terra, parla quando non dovrebbe, scappa, ride in modo esagerato, si nasconde, cerca di dire con ogni piccolo movimento del suo corpo: ehi ci sono anch’io, mi vedete, sono qui, ma mi vedete tutti, ma mi vedete ancora, ma sono almeno un po’ bella, ma non vi siete accorti che ho un buco gigante nella pancia?

Dopo mezz’ora non è ancora riuscita a trovare la posata giusta per dividere quell’ammasso di spaghetti diventato una sola indivisibile cosa. Lisa sta per subire un’altra ingiustizia: tutti vanno a giocare e lei no. Quel piccolo contenitore è diventato improvvisamente gigante e si è messo in mezzo, tra lei e gli altri bambini. Per protesta potrebbe rimanere immobile tutto il pomeriggio senza dire una parola e piangere una quantità di lacrime da riempire tutta la stanza.

Fuori, vicino agli altri, ma un po’ in disparte, c’è un grande cassone per trasportare le cose che vengono regalate al Sermig: mangiare nascosti lì dentro sarebbe molto speciale e quasi magico per una bambina di sei anni. Rimpicciolirsi per non farsi vedere da nessuno e provare a diventare invisibili è un gioco talmente bello da fare scomparire per magia tutto quello che c’è dentro il buco nella pancia: l’Africa, il viaggio per attraversare il deserto e il grande mare, mamma che sta dall’altra parte del mondo ed è diventata solo una voce, papà che ti lascia sola la notte, tu che ti svegli all’improvviso e devi cavartela contro i mostri che disturbano i tuoi sogni.

Lisa fa dei bocconi giganti alla velocità della luce per riuscire a finire di mangiare prima che un altro bimbo prenda i suoi pattini preferiti, e perde il conto degli spaghetti sputacchiati per la ridarola sulla faccia di chi si è nascosto nel cassone con lei, bocconi molto più numerosi di quelli che riempiono la sua piccola pancia. Le lacrime si sono trasformate in sorrisi: missione spaghetti compiuta!

Marco Grossetti
FELICIZIA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

 

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