Ortovolante

Pubblicato il 30-09-2018

di Rinaldo Canalis

L'orto fuori suolo realizzato dal Sermigdi Rinaldo Canalis - All’inizio di aprile 2017 i cittadini di Sangano (TO) hanno incontrato in una fiera di paese gli amici del Sermig che presentavano uno strano oggetto: una struttura per coltivazioni fuori suolo da balcone. «Ma come, il Sermig non fa solo carità?», si sono domandati.

Cerchiamo allora di capire cos’è l’oggetto in questione che si distingue per alcune canaline in cui l’insalata cresce come appesa. Un piccolo pannello fotovoltaico genera energia elettrica catturata dal sole. Un timer cinese programma gli interventi di una piccola pompa collocata in una tanica per l’irrigazione. Una batteria da auto, di recupero, non più idonea allo start delle vetture, accumula energia a sufficienza per i tempi dell’azionamento delle pompate. Tutto qui?
Più o meno. Dietro tutto questo ci sono la storia e l’esperienza del Sermig, più di 50 anni di aiuti, interventi, incontri, viaggi, missioni umanitarie, con l’obiettivo primario di eliminare la fame del mondo. Nel 1980, un gruppo di persone dà vita alla Re. Te. (restituzione tecnologica) per cercare e dare le migliori risposte allo sviluppo umano con l’aiuto della tecnica e della scienza: insegnare a tessere a chi non ha indumenti, a fare mattoni a chi non ha casa, a procurarsi il cibo a chi non ne dispone. E sappiamo quanto sono inospitali tante terre del cosiddetto terzo mondo! Quanta poca acqua c’è a disposizione!

Ma, per tornare al nostro ortovolante con insalata, abbiamo considerato che la coltivazione fuori suolo poteva diventare una speranza di vita per tanti. Il fatto è che per coltivare fuori suolo occorrono tanti investimenti che fino ad ora solo le ricche economie agricole del Nord Europa e del Canada si potevano permettere. Abbiamo pensato allora di semplificare le tecnologie e di riciclare materiali abbandonati. Ridare senso a quanto si scarta è per il Sermig un valore da sempre. A tutti i livelli. Dalle cose che si buttano come gli indumenti, fino alle persone che spesso l’egoismo della società considera scarti. Le cose scartate, servono per lo scarto uomo, come ci ricorda il vangelo con l’esempio della pietra che da scarto diventa angolare.

A oggi sono tanti gli impianti avviati in varie località. A Joaquim Gomes (Brasile), un impianto produce insalata utilizzando materiali organici di scarto come substrato: 800 teste d’insalata alla settimana costituiscono la migliore fonte di reddito per gli abitanti di quella favelas.
Ormai alla ricerca di tutte le possibili forme di nuovi lavori anche in molte parti d’Italia si coltiva fuori suolo utilizzando materiali di recupero. Un intero orto fuori suolo è in corso di realizzazione dietro l’Arsenale della Pace di Torino per contribuire a produrre le verdure per i poveri che si accolgono tra quelle mura. Lo sviluppo di orti in città ha delle prospettive molto interessanti, sia per la qualità della verdura coltivata, sia per la dedizione terapeutica dell’ortolano che vi si dedicherà. Coltivare ortaggi, avere a che fare con la natura, può fare un gran bene a chi deve ritrovare la rotta giusta per la sua vita.

L’ortovolante, così è stato battezzato il trespolo di Sangano realizzato presso il VillaggioGlobale del Sermig a Cumiana, forse è diventato un’attrattiva da fiera. Da più di 5 anni a Cumiana si producono tante verdure per l’Arsenale della Pace, con un occhio rivolto al mondo. L’ortovolante sta a indicarci che l’amore al prossimo non ha confini. Che si può far del bello, del buono e dell’intelligente con gli avanzi degli altri. Se si vuole!

Rinaldo Canalis
RE.TE.
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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