Più umani

Pubblicato il 10-11-2018

di Gabriella Delpero

di Gabriella Delpero - Faccia a faccia con il dolore, per crescere.
In queste ultime settimane, in mezzo ad una valanga di articoli e servizi televisivi relativi a fatti di cronaca tragici, tristi e sconfortanti, che calano quotidianamente sulle nostre teste in un generale clima di pessimismo e rabbia, mi è capitato di imbattermi in almeno due “buone notizie”. Mi sembra che valga la pena di riprenderle, non fosse altro per il bisogno istintivo di “refrigerio” e conforto che tutti noi avvertiamo in queste giornate così calde e opprimenti. Prima notizia. Tutti gli alunni e gli insegnanti di una classe di un liceo di Novi Ligure alcuni mesi fa si sono spontaneamente sottoposti alla vaccinazione contro l’influenza (vaccinazione assolutamente non obbligatoria) allo scopo di ridurre il più possibile l’eventualità di diffondere l’infezione. Perché? Per non mettere ulteriormente a rischio la salute di un compagno particolarmente debole in quanto sottoposto ad una terapia antineoplastica.

Seconda notizia. Alla vigilia dell’esame di maturità, un gruppo di studentesse di una Scuola Media Superiore di Latina ha chiesto al presidente della Commissione di poter presentare anche la tesina preparata da una loro compagna di classe, morta poco prima per tumore cerebrale. In entrambi i casi, in questi ragazzi a prevalere è stato il senso di responsabilità verso gli altri, la solidarietà con chi è più debole, l’amore riconoscente e l’affettuoso ricordo per chi ha condiviso con loro un pezzo di strada (in salita). E per fortuna anche gli adulti hanno fatto la loro parte. Il presidente del Consiglio Regionale ha voluto incontrare la classe di Novi Ligure per complimentarsi con gli studenti per il loro buon esempio di etica civica. Il ministro dell’Istruzione ha espresso il desiderio di andare a Latina per consegnare personalmente il diploma di maturità ai genitori e alle compagne della ragazza scomparsa.

Si tratta solamente di eccezioni che confermano la regola del sempre più diffuso egoismo ed individualismo nel quale crescono i bambini e i giovani di oggi? Non credo. Sono invece convinta che trovarsi faccia a faccia, nella realtà quotidiana, con i concreti e magari gravi problemi di chi ci vive accanto possa essere per tutti – e per i giovani in particolare – un’occasione preziosa di vera crescita in umanità. Gli studenti di Novi Ligure e di Latina hanno avuto l’opportunità di toccare con mano, di vedere con i propri occhi, di sentire dentro di sé la sofferenza dei loro coetanei: invece di esserne paralizzati, hanno avuto la forza di fidarsi profondamente del proprio cuore, reagire con coraggio e decidere di far qualcosa in prima persona per alleviare tanto dolore. E in un contesto come l’attuale – nel quale in effetti la solidarietà non gode di buona salute – fatti come questi aiutano a tener viva la speranza.

E ci ricordano che non è poi così vero che bisogna proteggere a tutti i costi i più giovani dal contatto con il dolore e la morte perché potrebbero rimanerne irreparabilmente feriti e traumatizzati. Forse è più saggio camminare semplicemente accanto a loro mentre ne scoprono l’esistenza e ne assaporano per le prime volte la durezza e l’angoscia. Pare che proprio questo abbia fatto uno degli insegnanti della classe di Novi Ligure: informare e far riflettere i ragazzi (e le loro famiglie, immagino) e accompagnarli con delicatezza verso una decisione tutto sommato semplice, ma per nulla scontata. A dimostrazione del fatto che tra il dire e il fare non c’è sempre di mezzo il mare!

Gabriella Delpero
PSICHE
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok