Come lievito nella massa

Pubblicato il 18-12-2018

di Annamaria Gobbato

di Annamaria Gobbato - «San Giovanni della Croce vi parlerebbe, perché egli la vede, dell'immensa e incosciente miseria del mondo d'oggi.
Ciò che sicuramente Dio vuole è una compassione e una speranza proporzionate a una tale miseria, una fede capace di glorificare Dio dove vuole, come vuole. In questo mondo "che cambia" così improvvisamente, così brutalmente, si direbbe che il Signore voglia che la sua redenzione passi attraverso delle vite che si lasciano cambiare a suo piacimento... sconvolgere ». Madeleine Delbrêl (1904-1964) giovane atea francese, a vent'anni ha il suo primo, determinante incontro con Dio, che le fornisce risposte cui il positivismo seguito finora non ha mai saputo darle.

Sceglie di "farsi fare" da lui non in monastero ma nelle periferie povere di speranza perché ricche di miseria, morale e spirituale. Sceglie di incontrare operai e impiegati sfruttati dai padroni delle fabbriche, persone di strada, offrendo sostegno materiale ma soprattutto vicinanza nella loro emarginazione.
E Madeleine, la ragazza amante dell'arte e della letteratura, che a ventidue anni aveva vinto il premio annuale di poesia Sully-Prudhomme dell’Académie Française, va così a vivere nel quotidiano l’esperienza del Vangelo, assieme a due compagne, Suzanne ed Hélène, ad Ivry-sur-Seine. Ivry era “la città delle 300 fabbriche”, un crogiuolo di tensioni, scontri sociali e ideologici, impregnata di idee marxiste.

«Senza riferimento a Dio la nostra testimonianza è una contro-testimonianza; senza bontà realista e smisurata fino alla carità, è come se non ci fosse testimonianza, perché è fuori dalla portata degli occhi, delle orecchie, delle mani, del cuore degli uomini ».
Nel gennaio 2018 papa Francesco la dichiara venerabile.

Annamaria Gobbato
#TERRA&CIELO
Rubrica di NUOVO PROGETTO

 

Questo sito utilizza i cookies. Continuando la navigazione acconsenti al loro impiego. Clicca qui per maggiori dettagli

Ok