Il baratto

Pubblicato il 30-01-2013

di Flaminia Morandi

Sorella Maria di CampelloI discepoli di Cristo - diceva Maria di Campello (nella foto a sinistra) - sono quelli che ascoltano la parola di Gesù e la osservano. Possono anche non essere battezzati, non appartenere a nessuna Chiesa: importante è essere discepoli, imparare da tutti e venerare il patire di ognuno. Questa mistica francescana vissuta in un eremo sopra le fonti del Clitunno accoglieva nella sua comunità anglicani e valdesi ed era in rapporto epistolare con Albert Schweitzer e il Mahatma Gandhi, uno dei suoi più grandi amici. È stata a lungo contrastata, ma ha continuato per la sua strada, forte della libertà di Cristo.

Oggi la parola libertà è usata ed abusata. Questo già mette in sospetto: quando si parla tanto di un concetto, forse esso nella sua attuazione non corrisponde a quello che dovrebbe essere. In linea di principio nessuno dichiara apertamente di mettere in discussione le libertà fondamentali dell’uomo. Nella pratica invece accade che in certi angoli del mondo la negazione della libertà religiosa sia causa di amare sofferenze.
Per i cristiani libertà e fede appartengono ad un’unica dimensione. C’è chi dice che la stessa democrazia, in quanto realizzazione sociale della dignità della persona e della uguaglianza e fraternità tra le persone, non sia altro che la proiezione sociale del cristianesimo, un prodotto della cultura cristiana e del pensiero cristiano.

Gregorio di Nissa, il metafisico più raffinato, il più mistico dei Padri Cappadoci, è stato un appassionato difensore della libertà di Dio dall’idea di fatalismo, e della libertà dell’uomo dalla schiavitù. La Provvidenza - dice Gregorio - è perfettamente libera di realizzare il bene. Anche l’uomo è libero, ma solo se Dio è all’origine della libertà.

La libertà dell’uomo è un riflesso dell’infinita libertà di Dio. Quando il rifiuto spezza la relazione con Dio, resta in lui il ricordo dell’antica libertà del Paradiso: è la libertà di scegliere tra il bene e il male. Se sceglie il bene, riapre l’accesso a Dio, mette in moto un processo di liberazione che coincide con la sua vita spirituale, può volare e spingersi al largo, perché sa che ovunque porta l’altare dentro di sé.
La tentazione perenne dell’umanità è barattare la libertà infinita proposta da Dio con le false libertà umane, che sono in realtà tre grandi schiavitù: psicologica (il baratto della verità con le illusioni), sociale (il baratto della realizzazione unica e personale con il conformismo dell’opinione pubblica) e religiosa: il baratto della libertà di Dio con i punti di vista umani sulla fede, le ideologie religiose, la pretesa che tutti passino da un’unica via di fede, la propria.

Patxi Velasco Fano, Croce e libertàSolo sulla croce la libertà infinita di Dio e la libertà finita dell’uomo si incontrano e si toccano, ricomponendo l’unione eterna. L’iniziativa viene presa da Dio: pieno di speranza, senza forzare nessuno per non rinnegare se stesso, egli chiede all’uomo attraverso il Figlio un continuo e sincero sì. Il sì di Cristo, disposto ad essere crocifisso pur di non forzare nessuno a credere.



Flaminia Morandi
NP giugno/luglio 2008

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