Senza se e senza ma

Pubblicato il 11-02-2018

di Flaminia Morandi

Flaminia Morandi - MINIMAdi Flaminia Morandi - «Amare Dio è spogliarsi per Dio di tutto ciò che non è Dio», dice san Giovanni della Croce dell’amore totale per Dio e per i fratelli. Senza se e senza ma. E se per caso credi che amare Dio sia facile, se scalpiti per essere “santo in un giorno”, non farti illusioni: «Per giungere dove non sei, devi passare per dove non sei. […] Per giungere ad essere tutto, non volere che essere niente».

Per raccontare il cammino del “dove non sei”, Giovanni ha scritto tre libri memorabili, che già nel titolo dicono che quel percorso è pericoloso, in bilico fra la disperazione e la gioia: “Cantico Spirituale”, “Salita al Monte Carmelo”, “Notte oscura”. Il livello di profondità dell’introspezione di Giovanni è tale che in genere se ne raccomanda la lettura solo a lettori psicologicamente equilibrati e saldi, con una buona preparazione morale e ascetica. Anche i Padri dei primi secoli, nella descrizione della lotta spirituale, sono andati alla stessa profondità. Ma Giovanni è già moderno, vicino al nostro linguaggio, scende nei dettagli dei movimenti interiori in un modo che sconcerta, perché rivela i pensieri che abbiamo anche noi e tentiamo disperatamente di nascondere a noi stessi. Era contemporaneo di santa Teresa d’Avila di cui fu valido collaboratore nella riforma dei Carmeli, di poco posteriore a sant’Ignazio di Loyola, nei cui collegi aveva studiato. Quello che ha scritto l’ha patito fino all’ultima virgola, perché l’amore di Dio vissuto in verità è detestato in ogni epoca. La cattiveria umana dei fratelli di fede (sempre loro, in ogni epoca) l’ha cacciato in carcere nove mesi a marcire di fame e di freddo nell’unica tonaca bagnata, obbligato ad essere fustigato ogni venerdì di fronte a tutti. Ma proprio in carcere ha scritto le poesie più belle. E una volta fuori, ripensando, ha scritto la Salita e la Notte oscura. Giovanni aveva ben chiaro cosa fosse l’Amore, quello vero. L’aveva assorbito dalla nascita. Suo padre era un nobile e ricco signore di Toledo. In un viaggio aveva conosciuto una povera tessitrice, Caterina. Se ne era innamorato, l’aveva sposata e i suoi l’avevano diseredato. Era diventato povero e Caterina, per vivere, gli aveva insegnato a tessere come lei e i due si erano mantenuti così tutta la vita. Quando il marito era morto, la famiglia finalmente aveva proposto a Caterina e ai tre figli un aiuto economico, ma lei aveva rifiutato. Anche Giovanni, il più piccolo, si era messo a lavorare prestissimo per mantenersi agli studi.

Il Signore si serve della nostra storia come un canale attraverso cui far passare la grazia: a Giovanni era arrivata anche attraverso l’amore totale dei suoi genitori. Non tutti sono fortunati come Giovanni: oggi sono davvero pochi. A loro, però, Giovanni dice una parola di speranza. Nel suo stile, senza se e senza ma: Dove non c’è amore, metti amore e riceverai amore.

Flaminia Morandi
MINIMA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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