Capirsi per capire

Pubblicato il 05-08-2018

di Flaminia Morandi

Flaminia Morandi - MINIMAdi Flaminia Morandi - «Čto delat’? Che fare?», si chiedeva Lenin all’inizio del secolo scorso, quando cominciava a organizzare il movimento che avrebbe instaurato il comunismo in Russia. Che fare per creare una coscienza di classe e sconfiggere l’ingiustizia? Sappiamo com’è finita, nel sangue di milioni di morti, libertà strangolata e nessuna giustizia sociale. Così capita, se a dettarci la risposta a una domanda legittima è l’ideologia. I cristiani, o almeno quelli che lottano per diventarlo, si chiedono continuamente: che fare? Lo chiedono però a una persona, a Cristo. Che fare davanti alle difficoltà della vita che domandano una scelta? Che fare per vivere in una società dove non c’è più niente di cristiano, dove questa contraddizione mi raggiunge attraverso i figli, il lavoro, il rapporto con la persona che amo, gli amici, la politica?

Ma anche la strada autentica del discernimento è disseminata di trappole e illusioni. Il discernimento come lo pensavano i Padri dei primi secoli non è lo sforzo personale di capire cosa scegliere fra le varie possibilità che ho. È la conoscenza di Dio, il “capirsi” con Dio, la relazione con lui. Dio è amore, cioè Dio si comunica. Si è fatto uomo, quindi si comunica in modo umano attraverso un linguaggio umano: quello dei miei pensieri e dei miei sentimenti. Uno dei modi per “capirsi” con Dio, la forma più antica di discernimento, è la ripetizione. Ripetere la parola di Dio, che è zuppa di Spirito Santo, e osservare che reazioni crea in me: fastidio? Lacrime? Rifiuto? Perplessità? Indifferenza?

Subito scrivere allora quello che si percepisce, su un biglietto dell’autobus, sulle note del cellulare: lo Spirito è un soffio di vento leggero. Ci vuole tempo e costanza per scoprire il "gusto" di Dio. Svanisce subito, e la nostra memoria subito dimentica. È lo stile di Dio, che parla in modo da lasciare l’uomo libero. Posso provare a capire su quali pensieri e su quali sentimenti soffia lo Spirito, su quali fa leva il Nemico, che mi conosce benissimo e mi spia continuamente. Ma dopo che ho capito, sono libero se aderire o no ai pensieri o ai sentimenti che ho intuito venire dallo Spirito. Anche perché lo Spirito Santo non parla mai in termini di dovere, lascia sempre la distanza per una libera adesione alla sua proposta («… hai trovato grazia presso Dio… il Figlio dell’Altissimo». «Come è possibile?»).

Per fare discernimento bisogna fare molto discernimento. Ci vuole tempo e costanza nel cercare. A Mosè ci sono voluti 80 anni, più o meno lo stesso tempo ad Abramo. Uno ha cominciato ammazzando un egiziano, l’altro vendendo la bellezza di sua moglie al faraone, per ingraziarselo e arricchirsi. Sbaglio dopo sbaglio, ripetizione dopo ripetizione resta però sul palato di chi cerca un gusto commovente, evanescente e immotivato, il tocco dell’arte di amare di Dio. Ciechi e sordi come siamo, sappiamo che quel gusto indescrivibile è la bussola della sua Presenza.

Flaminia Morandi
MINIMA
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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