Come in una favola

Pubblicato il 12-03-2022

di Elena Canalis

C'era una volta una selva oscura che faceva paura, ma poi un eroe estirpò rovi, abbatté draghi e salvò la principessa. Tutti noi abbiamo letto favole così o le abbiamo raccontate ai nostri figli e nipoti. Ma poi la nostra razionalità le ha relegate al mondo del fantastico e dell'immaginario e la vita di tutti i giorni, ci diciamo, è bene viverla con i piedi per terra.
Ma a ben guardare con gli occhi di chi è capace dello stupore, ci si accorge che queste non sono solo favole e che la vita potrebbe essere migliore se sapessimo riconoscervi scritta la storia del drago sconfitto.
Le selve oscure sarebbero forse meno spaventose e troveremmo il coraggio di affrontarle più fiduciosi.
Ecco perché condividere la storia del PalaSermig, opera per nulla immaginaria, ma molto concreta, è restituire a tutti noi lo stupore del vero.
L'impianto sportivo comunale di via Carmagnola a Torino era la selva oscura nella quale i bambini e ragazzi del quartiere si addentravano soli per giocare a pallone. In mezzo a materassi abbandonati ai bordi, dove la notte qualcuno dormiva. Evitando le siringhe lasciate a terra da chi si faceva.
Sotto gli occhi di adulti non sempre benevoli.

Ma poi un manipolo di eroi, ha aperto gli occhi del cuore e ha iniziato a giocare con loro.
Insieme hanno sfrattato i draghi e hanno scoperto di saper giocare a pallone.
Insieme hanno imparato ad allenarsi e a concentrarsi. Hanno scoperto che tutta la squadra è essenziale, anche la panchina, per combattere fino in fondo.
Hanno assaporato qualche vittoria e superato le sconfitte e sono diventati tanti, dai più piccoli ai più grandi.
Questa la storia – sembra una favola ma è realtà – della società sportiva del Sermig. Nata nel 2011 per aver aperto gli occhi del cuore e aver visto bambini che non potevano più essere lasciati soli, nata dal coraggio di abitare la selva oscura, insieme.
In questa storia si innesta, da ultimo, il miracolo del PalaSermig.

Anche la parola “miracolo” non è usata impropriamente. Pregando il Vangelo potremmo essere tentati di ritenere che i miracoli siano fatti irripetibili accaduti due millenni fa. Ma la Provvidenza «agisce nella sproporzione, nel silenzio, nel nascondimento. Quasi non ce ne accorgeremmo se non annotassimo, con discrezione, ma puntualmente, ogni cosa che ci viene donata» (La gioia di rispondere sì. La regola del Sermig) e proprio lì ci si accorge del miracolo.
A gennaio abbiamo iniziato a scavare le fondazioni, poi i pilastri, la struttura, il tetto, gli impianti, le finiture. A inizio novembre l'inaugurazione alla presenza del presidente Mattarella.
Saremmo folli se ci appropriassimo di questa storia, se non vi leggessimo il miracolo che è accaduto.
Quante volte era prevista la pioggia che avrebbe bloccato i lavori e invece...
Ricordo la sera prima del montaggio della macchina del riscaldamento sul tetto con l'enorme gru prenotata per farla salire. C'era l'allerta meteo perché previste le ormai monsoniche e violente piogge estive proprio per l'ora del montaggio. Il tir con la macchina in consegna dal Veneto, ha preso pioggia torrenziale per tutto il tragitto. Ma al PalaSermig c'era addirittura il sole e abbiamo potuto montare in sicurezza.

Una serie di imprevisti ci ha fatto ritrovare l'11 gennaio 2021 ancora praticamente al punto di partenza, nessuno di noi credeva che avremmo potuto rispettare la data necessaria del fine mese per iniziare la posa dei pilastri. Invece l'impresa degli scavi sposta mezzi e uomini da altri cantieri e siamo pronti per il 28 gennaio. È un giovedì. Ma più di ogni altra cosa è il giorno di san Tommaso, un altro discepolo, come noi, che a un certo punto ha dubitato.
Ci sono stati giorni in cui in cantiere c'erano quasi cento persone di aziende diverse e nessuno si è fatto male lavorando in armonia, aiutandosi.
È stato un anno di Covid e nessuno si è ammalato costringendo alla quarantena.
Il Covid, il fermo del canale di Suez e della produzione in Cina hanno reso difficile trovare i materiali per tutti e di qualunque tipo. Anche noi abbiamo faticato tante volte nel trovare ferro, legno, isolanti. Ci sono state occasioni in cui la sera tardi eravamo rassegnati al fatto che il giorno dopo il cantiere si sarebbe fermato per mancanza di materiali.
Come la sera in cui alle venti un amico mi chiama e mi dice che la rete elettrosaldata, senza la quale il giorno dopo saremmo stati fermi, l'aveva trovata a Bergamo e che la mattina dopo alle otto l'avrebbe recapitata in cantiere.
I monitor con i quali abbiamo accolto il Presidente e che abbiamo usato per le testimonianze e i video, sono arrivati dalla Cina sette giorni prima dell'inaugurazione.
Tempo di montaggio: una settimana...

Aneddoti di cantiere. O piuttosto appunti per non dimenticare che noi avevamo solo due pani e cinque pesci e che tutto il resto lo ha messo Qualcun Altro.
Abbiamo davvero assistito a un miracolo, partito tanti anni fa da chi ha avuto occhi aperti per vedere bambini soli.
Oggi quei bambini hanno una nuova casa: si chiama PalaSermig. A noi non resta che dire grazie.
 

Elena Canalis
Focus
NP dicembre 2021

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