Dietro l'angolo

Pubblicato il 09-02-2024

di Corrado Avagnina

L’orizzonte di questa stagione umana e sociale si fa sempre più cupo. Abbiamo alle spalle un Natale di guerre assortite (almeno una cinquantina i conflitti in corso, molti spariti dai radar dell’informazione).
Stiamo cinicamente “abituandoci” ai disastri dell’invasione russa in Ucraina e allo scontro atroce in Israele e in Palestina, con l’orrendo assalto di Hamas del 7 ottobre e con le migliaia di vittime inermi, tra cui troppi bambini e ragazzi, a Gaza in macerie. E si continua a parlare di armamenti, con appena sottaciute corse al riarmo. Gli appelli accorati di papa Francesco per cessare il fuoco, per tregue, per trattative di pace sembrano non trovare ascolto, come se il quadrante della storia si stesse avvitando sul peggio, senza scampo.
Ma l’aria pessima che tira sta portandosi appresso anche altri snodi che dovrebbero impressionare.

Ne ha parlato, senza reticenze, il presidente Sergio Mattarella che, rivolgendosi al corpo diplomatico accreditato nel nostro Paese, ha affermato che si sta facendo a pezzi il mondo.
Un globo peraltro già minacciato dai guasti all’ecosistema che stanno compromettendo la Terra, in prospettiva anche ravvicinata. Pure su questo fronte qualche passo in avanti (tutto da decifrare) si è compiuto alla Cop28 di inizio dicembre, ma rimangono tante incertezze.
Ma si sta respirando qualcosa di fortemente tossico nel clima sociopolitico che ci avvolge, laddove non si riesce più a dare pieno compimento a quei diritti fondamentali dell’uomo che a parole sono condivisi, ma poi vengono calpestati nei fatti, nei gesti, nelle prassi. Mattarella fa riferimento all’onu che rischia l’impotenza di fronte al precipitare degli eventi, alle logiche di sopraffazione, di violenza, di sfruttamento, di oppressione… non arginabili. Anche la stessa forma democratica, pur declinata in varie salse, rivela falle gravi e penose. Si impongono le democrature, nazionalismi e fanatismi, con format istituzionali fasulli che asfissiano le libertà e le dignità delle persone.

Paghiamo forse in modo madornale un ritardo complessivo per non aver sostenuto voci, figure, appelli a cominciare appunto dai diritti dell’uomo, lasciando questi assunti e queste convinzioni un po’ ai margini, dando questo patrimonio per scontato e acquisito. In realtà non è stato e non è così. Bisogna ricostruire una porzione enorme della convivenza civile nel mondo.
Ognuno dovrebbe sentirne la responsabilità. Altrimenti le incognite saranno pesanti e dietro l’angolo.
 

Corrado Avagnina
NP gennaio 2024

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