La realtà smarrita

Pubblicato il 24-03-2024

di Michelangelo Dotta

Dopo mesi di silenzio totale, autunno e inizio inverno dell’anno appena trascorso, in cui il governo di destra, coerente con la sua posizione in merito, ha di fatto cancellato il Covid, a gennaio, come regalo della befana al grande pubblico televisivo, sono comparsi gli spot, a cura del Ministero della salute, che timidamente esortano alla vaccinazione. Meglio tardi che mai, direbbe più di uno, ma sinceramente, in tema di sanità pubblica, pare uno sforzo decisamente modesto a fronte dei numeri dei contagi, degli ospedali in difficoltà e dei pronto soccorso presi d’assalto. E c’è una netta discrepanza in tema di strategia sanitaria tra uno spot solitario che si affaccia una tantum allo schermo e la quotidiana presenza nei TG nazionali e regionali di lunghi e dettagliati servizi sull’ondata di contagi e i conseguenti problemi in tema di ricoveri e cure. Ma la longa manus del controllo politico sull’informazione si rende evidente in tema di numeri ed esperti del settore, entrambi totalmente spariti nella narrazione televisiva; nessuna statistica, nessuna curva pandemica, nessun dato ufficiale nero su bianco.

Meglio glissare sulla situazione e puntare invece sulle audaci figure che gestiscono il potere e animano il dibattito politico nazionale, loro sì che bianco su nero, sugli schermi paiono vivere e sui social esprimere al meglio il loro pensiero in collegamento diretto con gli insaziabili appetiti della nobile pancia degli italiani. È ormai una pioggia torrenziale di presenzialismo che pare inarrestabile, un cerchio che si apre ufficialmente con gli inossidabili faccioni del politico di turno, premier Meloni in testa, indaffarato a presiedere commissioni, partecipare a riunioni, inaugurare cantieri e partecipare (ahimè) a spossanti sedute del Consiglio dei ministri, e si chiude col gorgoglio lessicale a tutto campo espresso in discutibile italiano sulle diverse piattaforme che tanto avvicinano il potente all’utente fino quasi a sentirlo come compagno sodale. La televisione e l’apparato giornalistico in generale, da sempre si sono puntualmente prestati a fare da grancassa ai politici di turno, il potere è sempre più facile difenderlo e adularlo piuttosto che attaccarlo, ma l’informazione televisiva di questo tempo, tra censure, leggi bavaglio, omissioni e ossequio silenzioso alle linee guida impartite dalle stanze di comando sembra davvero aver smarrito la realtà e la reale portata dagli accadimenti.

La sordida e anacronistica celebrazione di Acca Larentia, ad esempio, sequenza ripugnante e anticostituzionale, da semplice notizia di cronaca si è lentamente trasformata in un mantra che quotidianamente rimbalza da TG a TG, apre e chiude dibattiti, alimenta polemiche, accende animi e sussurra a spiriti nostalgici: da episodio isolato, per quanto indecente, il saluto romano immortalato dalle immagini a vario titolo continuamente riproposte, è diventato virale annacquando così la sua carica negativa e guadagnandosi poco a poco un passaporto di impunità garantito dal tubo catodico… Intanto gli italiani digeriscono tutto e dimenticano in fretta, purtroppo.


Michelangelo Dotta
NP febbraio 2024

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