Più laureati = più progresso

Pubblicato il 08-08-2023

di Sandro Calvani

È certamente una buona notizia per tutti i popoli sia quelli che favoriscono l’immigrazione di cervelli, perché ne capiscono i vantaggi, sia quelli che scoraggiano le migrazioni, ma almeno riescono a incentivare la propria crescita del numero di laureati.

In Europa solo la Romania ha una percentuale di laureati minore dell’Italia sul totale della popolazione adulta (17,8%), mentre i Paesi meglio governati ne hanno il doppio o il triplo, per esempio 36,5% in Spagna, e 45,2% in Irlanda. Più giovani con un’educazione superiore non significa solo maggiore competenza nelle politiche di sviluppo e rafforzamento dei sistemi universitari, ma anche meno spazio per il populismo che si basa su ignoranza diffusa. Dove aumentano gli studenti internazionali, grazie a corsi tenuti in lingue straniere, aumentano i bilanci spesi in educazione, stimati a un totale globale di 433 miliardi di dollari entro il 2030, solo per gli studenti stranieri, più del doppio dei bilanci pre-pandemia (circa 200 miliardi di dollari).

La crescita degli studenti stranieri nel mondo va da cinque milioni nel 2019 a ben otto milioni di studenti che studiano all'estero entro il 2030, che si aggiungeranno ai laureati locali, mentre tre su quattro dei laureati del mondo saranno in Africa e Asia. L’Asia, che ha più laureati del resto del mondo messo insieme, raddoppierà il suo vantaggio. La strategia più comune prevede un adattamento veloce delle università alla richiesta della nuova economia, con una massima flessibilità dei corsi offerti. Tale trasformazione prevede l'emergere di nuovi tipi di lauree, in particolare qualifiche più brevi e flessibili e persino micro-lauree mirate a settori specifici; una più stretta integrazione tra istruzione superiore, competenze e lavoro; nuove dimensioni della concorrenza transfrontaliera, compresa una maggiore enfasi sull'istruzione transnazionale o sull'erogazione di corsi a distanza; infine la normalizzazione dell'apprendimento multicanale, con una gamma in espansione di modalità di erogazione ed esperienze di lavoro degli studenti integrate nei programmi di studio. Grazie a queste misure innovative il Giappone ha superato il 50% di laureati sul totale della popolazione adulta (43% in Australia), ma anche economie più piccole dell’Italia, come Singapore e Thailandia hanno superato il 27% di laureati e la Corea del Sud ha raggiunto il 51,7%, tre volte l’Italia.
(Fonte dei dati e dei grafici: HolonIQ).


Sandro Calvani
NP maggio 2023

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