Madre di Dio di Kazan

Pubblicato il 16-07-2017

di Chiara Dal Corso

Chiara Dal Corso - UOVA E COLORIdi Chiara Dal Corso - Mese di maggio, il mese di Maria. In questo numero parliamo della Madre di Dio di Kazan. Appartiene alla tipologia della Odighitria (Colei che ci indica la Via), di cui però raffigura il dettaglio dei volti e del mezzobusto del Bambino.

La particolarità di questa icona è la sua storia. La tradizione iconografica russa infatti fa risalire il prototipo di questo modello ad un’icona antica ritrovata da una ragazzina nella città di Kazan colpita da un gravissimo incendio, nel cuore della Russia del 1579. Questa giovane veggente infatti avrebbe visto più volte in sogno la Madre di Dio ordinarle di rivelare alle autorità politiche e spirituali della città, il luogo dove avrebbero trovato, seppellita sotto terra, una sua immagine miracolosa. Dopo svariati e vani tentativi di convincere le autorità a scavare nel luogo indicato dalla Madonna, sotto una casa bruciata nell’incendio, la ragazza decide di cercare lei stessa quell’immagine e insieme a sua madre si mette a scavare nel luogo indicatole e la trova. L’icona viene esposta per qualche tempo nella cappella del paese e successivamente portata in pompa magna nella cattedrale, dove diventa subito nota per alcuni miracoli che le vengono attribuiti. Tanto che nel 1612 l’esercito la porterà con sé nello scontro in cui libererà Mosca dall’invasione dei Polacchi. Due secoli più tardi nuovamente incoraggerà l’esercito russo nel 1812.

Icona della Madre di Dio di KazanOggi l’icona della Madre di Dio di Kazan è una tra le più diffuse in Russia, amata e pregata come protettrice delle città e regioni dell’intera Russia. Ci sono numerosi racconti e storie, alcune non del tutto accertate, che la riguardano e testimoniano dell’affetto che la Russia nutre per questa icona. Pare che lo stesso Stalin, per fermare l’avanzata dei tedeschi nella seconda Guerra mondiale, si sia affidato a lei in una segretissima processione per la città con l’icona.

L’icona qui riprodotta è stata dipinta verso la fine del XVI secolo, quindi poco tempo dopo l’apparizione del prototipo.
Il taglio particolare che ha l’immagine fa l’effetto di uno zoom sui volti, che nonostante le macchie e i buchi dovuti al tempo, mantengono una forza comunicativa non indifferente, una sorta di dolcezza austera. Il figlio ci guarda silenzioso e ci benedice, la Madre, con la semplice inclinazione della testa, ci comunica tutta l’apprensione e la tenerezza per il figlio e allo stesso tempo anche per ognuno di noi. Perché non fermarci un momento ad ascoltare questi sguardi e affidare a loro anche noi la nostra comunità, la nostra città, il nostro Paese, il mondo intero?

Chiara Dal Corso
UOVA E COLORI
Rubrica di NUOVO PROGETTO

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